
“Basta con le posizioni ideologiche sugli Ogm. I nostri allevatori sono preoccupati”. A dirlo, a margine dell’assemblea annuale di Lattebusche, è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond che questa mattina (venerdì 8 aprile) a Feltre ha partecipato all’evento con il presidente della Commissione Statuto a Venezia Carlo Alberto Tesserin. Di segno opposto le dichiarazioni del presidente della Regione Luca Zaia, da sempre contrario agli Ogm che a mergine di Vinitaly di Verona ha dichiarato all’agenzia AdnKronos: “Abbiamo necessità di ricordare che un Paese che ha puntato sulla tipicità dei prodotti, non può fare una scelta diversa” ovvero approvare l’impiego degli Ogm. L’agricoltura italiana – ha ricordato il governatore del Veneto – non può fare ”la guerra ai costi di produzione con gli altri competitor perché non possiamo vincere, sotto questo aspetto, con i cinesi che vengono pagati 5 euro al giorno. Il nostro vantaggio – ha concluso – è l’identità produttiva, ma se facciamo pomodoro transgenici come li fanno loro non c’è identità produttiva”!
Durante l’incontro di stamane a Feltre, invece, molti allevatori che fanno capo alla LatteBusche hanno manifestato le loro preoccupazioni sull’ondata anti-Ogm che sembra spirare in Veneto: “Buona parte dei mangimi è composto da soia Ogm. E questo vale per tanti altri prodotti come il mais”, afferma Bond. “Nei mangimi l’Ogm – secondo il consigliere regionale – è sdoganato da tempo e guai se non ci fosse. Ricordo anche, che la scienza ha negato ogni rischio per la salute dell’uomo e del bestiame. Il dato è assodato, certo”. “Gli allevatori – prosegue Bond – sono preoccupati che un’eventuale legge anti-ogm possa provocare aumenti ingiustificati dei prezzi. Aumenti che, in un momento di crisi come questa, non si possono permettere. Molti di loro potrebbero addirittura chiudere i battenti”. Durante l’assemblea è stato fatto riferimento a una recente proposta di legge regionale presentata in Consiglio regionale: “Chiedo agli estensori e al Carroccio in particolare di ritornare sui loro passi. Bisogna giudicare l’Ogm senza pregiudizi e con un atteggiamento scientifico, cosa che finora non è stata fatta. Gli allarmismi non servono e soprattutto possono fare danni economici incalcolabili”. Insomma, la lezione delle polveri d’amianto dei cantieri navali di Marghera negli anni ’70 non è servita a nulla, ancora una volta i profitti prevalgono sulla salute. Siamo davvero certi che non succederà proprio nulla ai bambini che oggi si nutrono con cibi Ogm?