
Il Pab, pur apprezzando la novità statutaria in tema di deleghe, introdotta dalla Regione Veneto, non si unisce al coro di quanti, invece, esaltano una improbabile “portata storica” di questa norma relativa alle competenze da trasferirsi alla montagna veneta. Sia chiaro a tutti che tale introduzione non ha nulla a che fare con l’Autonomia. L’entusiasmo di qualcuno va ridimensionato in quanto esiste una differenza sostanziale tra quello che è un principio: l’ ”esercizio del potere” (derivante da reali forme di Autonomia, Sovranità e Capacità legislativa) e quella che è una semplice modalità di “gestione amministrativa di una delega” (derivante dalla gentile concessione di un centro sovraordinato e che, come tale, potrebbe essere revocata in qualsiasi momento). Trovandoci d’accordo con il Presidente della Provincia, sottolineiamo inoltre che, se non vengono indicate le fonti del sostentamento finanziario alle deleghe, anche questa semplice novità organizzativo-statutaria potrebbe essere ricondotta ad una semplice enunciazione demagogica. Ciò che preoccupa il nostro Movimento, nato fondamentalmente in funzione dell’Autonomia provinciale, è, invece, il dubbio che, assegnare dei doveri di gestione agli amministratori locali,(chiamando impropriamente l’operazione “Autonomia di Belluno”) senza dar loro adeguate risorse finanziarie per adempiervi correttamente e non facendo così funzionar le cose, risponda ad un perverso intento di dimostrare l’inutilità o, addirittura il fallimento dell’Autonomia (quella vera). Alla luce di quanto sopra si invitano i bellunesi a non cadere nell’inganno di chi vuol “far vedere lucciole per lanterne” e a guardare l’innovazione normativa unicamente per ciò che è e senza riporvi grandi aspettative di cambiamento sostanziale. Paolo Bampo – PAB (Provincia Autonoma Belluno)-Partito Autonomista Bellunese