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lunedì, Ottobre 2, 2023
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Attività del Soccorso alpino Cnsas Dolomiti bellunesi

In questa relazione analitica non vengono considerati, anche se i relativi numeri sono ormai davvero importanti anche dal punto di vista statistico, tutti gli interventi effettuati dai Servizi di Elisoccorso di Pieve di Cadore, Treviso e Verona in configurazione S.A.R. (presenza del personale C.N.S.A.S.) in ambiente non ostile ed impervio, ovvero in ambienti antropizzati, arterie stradali, ambiti lavorativi, ecc.. Sia noto che queste fattispecie operative, svolte in strettissima sinergia con il personale del S.U.E.M. 118, hanno raggiunto le n. 114 missioni ed i n. 136 soggetti soccorsi in ambiente urbano e sub-urbano, in scenari stradali, in ambienti di lavoro, ecc..
La stagione 2010 ha segnato, dopo oltre un decennio di crescita pressoché esponenziale dell’attività di soccorso, una marcata diminuzione degli interventi effettuati dalle 20 Stazioni della 2^ Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi in concorso al Servizio dell’Elisoccorso Bellunese e a quello di Treviso. Conseguentemente si è registrata una conseguente contrazione del numero dei soggetti a vario titolo soccorsi e del numero del personale CNSAS complessivamente coinvolto, arrestando un trend che stava assumendo connotati di allarme sociale sia in relazione al numero di interventi inteso in senso assoluto sia in relazione ad altri indicatori quali i decessi e le persone scomparse.
Non spetta al CNSAS fare analisi specifiche sull’andamento della stagione turistica e sulle caratteristiche delle dinamiche/presenze in provincia, ma questo calo delle missioni di soccorso purtroppo non è, secondo la nostra valutazione, ascrivibile né all’opera effettuata nel medio periodo di sensibilizzazione e di informazione rivolta all’utenza, né in toto all’andamento meteo-climatico del mese di agosto e di settembre, ove le condizioni sfavorevoli hanno di fatto limitato escursioni e, soprattutto, salite di tipo alpinistico classico e moderno e la percorrenza di sentieri attrezzati.
Ciò premesso, merita analizzare nel dettaglio i particolari valori numerici della stagione 2010 e le particolari casistiche intervenute e meglio esplicitate negli allegati grafici, utili a far comprendere nel suo complesso l’analisi statistica.
La mole dei dati riferiti al 2010, anche se come detto in calo, associati alle altre annualità merita una profonda riflessione da parte dello stesso CNSAS, ma anche e soprattutto da parte degli Enti Locali e del Servizio Sanitario Regionale da una parte e degli addetti ai lavori del sistema montagna, dall’altra.
Il richiamo sotto evidenziato rispetto alle missioni di soccorso e alle persone soccorse solo di qualche anno fa è di per sé un invito a considerare la necessità improcrastinabile di mettere in campo azioni concrete e continuative per cercare di contrastare questo trend.
La  tabella comparata degli interventi dell’ultimo decennio manifesta con precisione questa situazione ed è utile per prevedere un’ulteriore crescita dell’attività, dato peraltro confermato da analoghe statistiche svolte a livello nazionale.
Va, infatti, ricordato che, rispetto al quinquennio 2001/2005 il numero degli interventi è aumentato del 32,71% (numero assoluto n. 2.556 contro n. 1.926 interventi) ed il numero delle persone soccorse del 26,37% (numero assoluto 3.033 contro n. 2.400), il numero delle persone decedute del 15,24% (numero assoluto n. 189 contro n. 164).  Questi i dati oggettivi, senza fronzoli retorici.
1. INTERVENTI E PERSONE SOCCORSE.
L’attività svolta nel corso del 2010 dagli Organici delle 20 Stazioni CNSAS in strettissima sinergia operativa con il SUEM 118 di Pieve di Cadore in particolare e con il SUEM 118 di Treviso e Crespano del Grappa nelle zone di competenza territoriale provinciale ed extra-provinciale, si è, infatti, attestata a n. 428 interventi effettuati in ambiente ostile ed impervio
Questo primo macro dato segna – come detto – un decremento pari ad un – 27,82% rispetto all’anno precedente quando furono n. 593. Per quanto, invece, concerne il numero complessivo delle persone soccorse a vario titolo dal personale CNSAS, si è raggiunto il valore assoluto di n. 486  con un’analoga diminuzione del – 26,8% rispetto alla stagione operativa 2009.
2. DIAGNOSTICA CODICI DI GRAVITA’.
Per quanto più espressamente attiene alla diagnostica analitica degli interventi, oltre ai n. 174 illesi tratti in salvo (35,8% delle persone complessivamente soccorse), si deve constatare un valore in calo assolutamente marcato delle persone ferite (vari codici di gravità) recuperate dal Soccorso Alpino che raggiungono il numero di n. 285 (58,64% delle persone complessivamente soccorse). Nel 2009 le persone ferite erano state, infatti, ben n. 384, quindi per quanto attiene il 2010 un fortunato – 25,78%.
Particolare attenzione merita la disamina delle persone decedute. Il dato statistico tragico registrato nell’anno orribilis del CNSAS (n. 47 salme recuperate) non è stato confermato nel 2010, dove invece si sono registrate n. 27 persone decedute recuperate che fanno segnare – 42,53%.
3. CAUSE DEGLI INCIDENTI ED ATTIVITA’ COINVOLTE.
Merita come di consueto vedere in dettaglio quelle che sono le attività maggiormente coinvolte e le cause degli incidenti, anche se al riguardo è opportuno rimandare agli apporti grafici allegati che evidenziano in modo più puntuale le casistiche particolari.
In ogni caso, si deve constatare come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica siano rappresentino una percentuale ragguardevole, che deve anche essere un segnale d’allarme poiché viene di anno in anno mantenuto quale valore elevato. Il 10,69% degli interventi complessivi è stato portato a favore di soggetti che hanno accusato malori ed affaticamenti vari, mentre il 16,66% di interventi dovuti alla mancata preparazione tecnica ed esperienza e alla perdita di orientamento.
Si perviene, dunque, al valore del 27,35% di missioni compiute a causa dei così detti fattori soggettivi, condizioni di per sé non imputabili al fattore ambientale, ma alla superficialità con la quale spesso si affronta il sistema montano, ivi inclusa l’indubbia preparazione fisica.
Altro fattore collegato al precedente e davvero impressionante che deve essere valutato con estrema attenzione dagli addetti ai lavori ed in parte ascrivibile ai dati appena esposti, è che il 13,78% di incidenti sia ascrivibile alla scivolata su sentiero, neve e ghiaccio, fattispecie che può, nella stragrande maggioranza dei casi, essere imputabile alle motivazioni di cui sopra, cioè ai così detti fattori soggettivi (inesperienza, tipologia calzature, mancata previsione delle condizioni del terreno, ecc.).
Quasi una persona ogni due (41,13%) viene, dunque, soccorsa per queste ragioni.
Infine, la disamina su quelle che sono le attività maggiormente coinvolte: l’escursionismo spicca su tutte con il 38,06%, alpinismo e ferrate con il 16,25% con una netta diminuzione rispetto alle annate precedenti (vedi cause sopra ricordate), mentre merita segnalare lo sci in pista con il 15,22% e, soprattutto, lo sci-alpinismo che con il 4,73% segna il valore più alto di sempre, il 3,7% di incidenti in cui sono stati coinvolti cercatori di funghi.  Infine incidenti relativi al volo quali cadute con deltaplano e parapendio con il 2,05%.
4. NAZIONALITA’ DELLE PERSONE SOCCORSE e STATO ASSICURATIVO.
A questi dati vanno poi ad aggiungersi quelli più specifici.
In questa sede, vale la pena rimarcare come sia leggermente aumentata la percentuale (non il numero assoluto) di persone soccorse di nazionalità straniera pari al 22,63% del numero complessivo, ad ulteriore dimostrazione che il Soccorso Alpino è anche un fondamentale presidio e garanzia per l’utenza turistica.
Altro ragionamento merita, anche alla luce della recente approvazione della Legge Regionale n. 33/07, lo stato assicurativo delle persone soccorse. I Soci CAI rappresentano l’7,2% dato grosso modo similare al 2009, mentre le persone prive di qualsiasi copertura assicurativa segnano l’90,32%.
Solo uno su dieci dei soggetti soccorsi a vario titolo dal CNSAS sono, dunque, in possesso di una copertura assicurativa, fattore che dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato per rendere tutti consapevoli sulla necessità di avere un’adeguata copertura assicurativa (nda: l’auspicio eè tra l’altro quello che Dolomiti Emergency decolli in via definitiva, tanto più considerate le finalità d’istituto di questa organizzazione), posto che il CNSAS  è del tutto favorevole a dare compiuta applicazione all’art. 5 della sudetta Legge Regionale.
5. RICERCA e SOCCORSO PERSONE DISPERSE
Ragionamento circostanziato merita in questa sede l’attività di ricerca svolta dal CNSAS a favore di persone disperse. Si sono, infatti, registrate oltre alle ricerche di routine (esito di interventi che si sono risolti entro le 2H, pari a n. 21 interventi), n. 5 ricerche di persone disperse che hanno superato le 24H di attività, n. 3 ricerche che hanno superato le 72H.
6. OPERATORI DI SOCCORSO ALPINO VOLONTARI IMPEGNATI.
Con le premesse di questa analisi, si deve di necessità registrare un’annata complessiva meno onerosa rispetto a quelle dell’ultimo decennio precedente (nda: bisogna tornare al 2001 per avere valori similari), annata che ha in ogni caso visto l’impiego di n. 2.238 Volontari, un piccolo esercito di preziose risorse per il territorio calcolato certamente per difetto, posto che spesso quanti partecipano marginalmente agli interventi, non vengono effettivamente computati nei rapporti informativi.

 IL DELEGATO CNSAS II ZONA DELEGAZ. DOLOMITI BELLUNESI
                   (Fabio Bristot)

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