Per sollevare dall’immobilismo attuale il settore agricolo veneto, bisogna partire da 4 azioni concrete: abbandonare la visione settoriale puntando a una programmazione per territori omogenei; eliminare gli enti strumentali, primo fra tutti Avepa, decentrando le funzioni sul territorio stesso; mirare a una strategia di sviluppo locale – vedi Piano di sviluppo rurale e Gal – non più definita e canalizzata dagli uffici regionali; puntare sulle energie da biomasse.
Sono queste le azioni proposte oggi da Sergio Reolon durante i lavori della 4a Commissione, in risposta a una situazione di assoluta assenza e inadeguatezza da parte della Regione Veneto e come contributo a un dibattito ricco, contrapposto all’intervento dell’assessore Manzato, definito da Reolon privo di qualsivoglia indirizzo.
Con la premessa che in Veneto esistono diversi tipi di agricoltura, compresi tra le due principali – quella ricca e competitiva dei mercati internazionali e quella di montagna, sostenibile e di mantenimento del territorio – il consigliere del Pd ha poi introdotto le sue proposte: “Innanzi tutto è necessario passare da una visione settoriale e di filiera a una programmazione per territori omogenei, relazionata con le imprese turistiche e artigianali. Sono poi stufo di sentir parlare di riorganizzazione degli enti strumentali, che invece vengono potenziati. Bisogna partire da un’idea di radicale decentramento sul territorio: è ora di finirla con Avepa. Va smantellata rapidamente e i dipendenti reintegrati in altre collocazioni”.
“La strategia di sviluppo non deve più essere definita e canalizzata dagli uffici regionali – sostiene Sergio Reolon – Il Gal, il Psr, definiti centralmente, stanno uccidendo la possibilità dei territori montani. E’ una vergogna che 9 ragazzi siano rimasti esclusi dai finanziamenti perché intendevano costruire una stalla sopra i 1.200 metri di altitudine. Invito il presidente della 4a Commissione e i colleghi a visitare il luogo dove lavora uno di questi giovani a Dosoledo. Vanno riviste le indennità compensative in base alla localizzazione, al disagio oggettivo, ma anche al tipo di allevamento”.
Quarta azione, il potenziamento delle energie da biomasse. Sergio Reolon ha fatto da ultimo un rapido passaggio su due questioni ancora aperte: la politica di sostegno del sistema cooperativo e l’annosa vicenda dell’assetto fondiario, con la necessità di riaccorpare le proprietà frammentate. “Spero che dal dibattito di oggi la Regione cominci a ridarsi una politica agricola, finora completamente assente”.
BL 30.03.2011