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giovedì, Settembre 21, 2023
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I 150 anni dell’Italia

Ci arriviamo dopo la polemica di Confindustria che chiedeva di essere produttivi e di andare a lavorare e della Lega che, richiamando la crisi del paese e le sue difficoltà economiche, ha fortemente polemizzato sulla festa rispetto all’astensione dal lavoro.
E’ giusto ricordare che alla lega nulla interessa dell’unità d’Italia. La festa della lega in Lombardia è stata fissata il 29 maggio, l’anniversario della battaglia di Legnago (quest’anno cade di domenica …. ). Lo statuto padano recita: “Il Movimento politico denominato Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”.
Personalmente ritengo che 150 anni di unità nazionale meriti una celebrazione, un forte riconoscimento e un riposo.
Il riposo non è solo non lavorare, ma fare memoria, celebrare, insegnare ai giovani, utilizzare il tempo per imparare, trasmettere un bagaglio di esperienza, ragionare sugli errori, festeggiare.
Oltre tutto quest’anno sia il 25 aprile che il 1 maggio cadono tutte in giorni festivi, ma sembra che questo giorno di riposo ogni 50 anni precipiterà nella crisi un intero paese!! Vanno ricordate le modalità della festa imposte dal governo: un metalmeccanico che rimarrà a casa il 17 marzo perderà sei ore e 40 minuti di retribuzione aggiuntiva, che per uno stipendio di 1.300 euro netti (frequente nella categoria) vale 50 euro in meno. Per i lavoratori pubblici invece per chi non lavora il 17 marzo sarà come aver usufruito in quel giorno di uno dei permessi annui (a costo zero per datore e lavoratore, che però avrà lo svantaggio di non poter decidere il giorno in cui usufruire di quel permesso). Qualche giorno fa il ministro Maroni ha deciso di indire il referendum sull’acqua e sul nucleare il 12 giugno (dopo la chiusura delle scuole), non accorpando il referendum al ballottaggio delle amministrative alla fine di maggio. In questo caso è stato più importante penalizzare la partecipazione dei cittadini con l’obiettivo di incidere sul  raggiungimento del quorum, rispetto al risparmio ed alla crisi del Paese. Infatti si spenderanno almeno 300 milioni di Euro in più per il mancato accorpamento del referendum al ballottaggio delle amministrative. Non va dimenticato, che ci saranno da sistemare un po’ di “Resposabili” arrivati al PDL per salvare la maggioranza di Governo e per questo lo stesso Berlusconi, alla faccia della crisi del paese, ha annunciato un aumento dei sottosegretari, le cui spese saranno a carico dei cittadini.
Inoltre la nuova riforma della giustizia, in barba alle difficoltà di famiglie e giovani, imporrà un inutile, quanto costoso doppio CSM (Consiglio superiore della magistratura). Nel frattempo prosegue l’opera di distruzione della scuola, della sanità pubblica e della cultura. E’ evidente che a chi ci governa interessa ben poco del popolo, ancora meno della sua partecipazione, se non i giorni delle elezioni. La realtà e che i cittadini continuano ad essere presi in giro e ad essere  considerati come imbecilli. Le scelte sono fatte non per il bene di tutti, ma molto spesso sono solo funzionali agli interessi di chi governa.  Il conflitto e ormai conflitto tra una vera democrazia e i miti antidemocratici, alla fine idolatrici, cioè i miti della prepotenza, della arrogante occupazione del potere, della conservazione di esso ad ogni costo e  della palese prevalenza degli interessi privati di una azienda, sull’interesse pubblico della Nazione. Questo, dopo 150 di unità nazionale ……. Ma è questo il paese che vogliamo?

Francesco Masut –  Belluno

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