I° Marzo, e allora buon anno a tutti!! No tranquilli non mi sono ammattito e neanche ho perso la cognizione del tempo, questi auguri hanno il loro perché, infatti il primo marzo, nel calendario Veneto in uso della Serenissima Repubblica era il primo giorno dell’anno.
Vi siete mai chiesti perché settembre, che richiama il sette nel nome non è il settimo mese ma il nono? E stessa cosa con ottobre (8, ma decimo mese), Novembre (9, ma undicesimo mese) e dicembre (10 ma dodicesimo mese). La risposta è presto detta: il calendario e la progressione dei mesi che usiamo noi oggi non è quella originale dei popoli che crearono il concetto del calendario. Un’altra osservazione che si potrebbe fare a tal proposito, è il fatto che il nostro anno, inizia il primo di gennaio, cioè si affaccia alla nuova vita, nel momento forse meno vitale che ci sia, in quanto siamo ancora in pieno inverno e la natura è nel pieno della sua fase di riposo.
Se invece noi seguissimo il calendario antico, tutte queste osservazioni andrebbero al loro posto naturale: partendo da marzo, infatti, settembre diventerebbe il settimo mese, ottobre l’ottavo e così via; inoltre a marzo, la natura si risveglia e rinasce; sarebbe quindi molto più logico far coincidere l’inizio del nuovo anno con questa situazione che con gennaio; tra le altre cose a marzo avviene l’inizio della primavere (21 marzo equinozio di primavera). Il calendario Veneto affonda le proprie radici, nella notte dei tempi, fra i popoli indoeuropei, popoli questi che vivevano in stretto contatto con la natura seguendone rigorosamente i cicli ed i mutamenti, non è un caso infatti, se le principali festività indoeuropee corrispondevano con determinati passaggi da una fase stagionale all’altra.
Durante il ciclo migratorio, che portò gli Indoeuropei a spostarsi dalle loro terre, essi portarono con se anche le Tradizioni dei propri padri e probabilmente anche i romani, agli albori della loro civiltà utilizzarono questo tipo di calendario, successivamente però esso non rispondeva alle loro necessità, dato che era originario di luoghi soggetti all’inverno artico quindi lo cambiarono facendolo cominciare a gennaio. Secondo la tradizione veneta la festa per il Capodanno del 1 Marzo non dura soltanto un giorno. Gli auguri si fanno gli ultimi tre giorni di febbraio, cioè gli ultimi giorni dell’anno, e si va avanti fino al nono giorno di Marzo. “Batter Marzo”, “brusar Marzo”, o “ciamar Marzo” significa risvegliare l’anno nuovo, la vita addormentata, perché si ridesti ed è tradizione che le vie dei paesi si riempiano di persone e bambini festanti che battendo coperchio di pentole o bastoni cercano di fare più chiasso possibile proprio per svegliare l’anno nuovo. Purtroppo oggi si arriva all’assurdo di vedere come tutti conoscano, la tradizione del capodanno cinese, con i suoi animali simbolo, ma che non ci sia assolutamente spazio, in quest’Italia multiculturale, per le Tradizioni Venete, che i nostri stessi giovani ignorano completamente! Mi auguro quindi, per il nuovo anno Veneto, che va ad iniziare, che qualcosa si muova nelle amministrazioni Comunali, per la riscoperta di queste Tradizioni, usi e costumi che dovrebbero contribuire alla crescita dei nostri giovani, mostrando con chiarezza che le nostre radici antiche, nulla hanno da invidiare alle tradizioni di altri paesi.
Andrea Stella
Responsabile Provinciale Cultura
Liga Veneta Lega Nord