Un vademecum aggiornato sul rischio sismico e la verifica di capienza e accessibilità delle zone di accoglienza. Sono stati questi i due principali argomenti affrontati in mattinata nella sede della Comunità Montana dell’Alpago, in occasione dell’incontro voluto dalla Provincia di Belluno per fare il punto sui “boati” del Fadalto, incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti della Comunità Montana dell’Alpago e dei Comuni di Chies d’Alpago, Farra d’Alpago, Pieve d’Alpago, Puos d’Alpago, Ponte Nelle Alpi e Tambre, oltre a un tecnico della Regione Veneto e dei Vigili del Fuoco. Pur non essendo intervenute novità relativamente ai “boati”, la cui origine nei giorni scorsi è stata circoscritta a una zona di 1500 metri di diametro (e a meno di 1500 metri di profondità) nella zona di Fadalto Bassa, si è deciso di approntare la distribuzione di un vademecum aggiornato sul rischio sismico, tenuto conto anche del fatto che l’Alpago è zona sismica (a prescindere dal recente fenomeno “boati”). La pubblicazione sarà a cura dei Comuni del distretto dell’Alpago (Chies, Farra, Pieve, Puos, Tambre e Ponte nelle Alpi) e con la supervisione di Provincia di Belluno e Regione Veneto. E’ stata anche fissata la data della prossima riunione tecnica: si svolgerà lunedì 7 marzo alle 9, sempre nella sede della Comunità Montana dell’Alpago. Per quella data, l’impegno dei diversi enti coinvolti sarà quello di verificare il proprio piano di protezione civile, con particolare riferimento alle zone che sono state identificate come “aree di accoglienza”, esaminandone capienza, accessibilità e dotazione di servizi. Questo per verificare l’autosufficienza complessiva del Distretto (nel quale abitano all’incirca 20 mila persone).
«Il confronto e lo scambio di informazioni sono elementi imprescindibili per garantire a tutto il territorio la massima tranquillità e, in caso di necessità, la massima efficienza di chi è chiamato a intervenire – commenta il presidente dell’Amministrazione provinciale di Belluno, Gianpaolo Bottacin – L’incontro di oggi e quello della prossima settimana servono per armonizzare i diversi piani di protezione civile locali. E’ un ambito nel quale questa Amministrazione provinciale ha sempre lavorato intensamente, arrivando a far sì che oggi i Distretti e quasi tutti i Comuni bellunesi abbiano approvato il proprio piano, cosa che fino a un paio d’anni fa non era e che è imprescindibile per la sicurezza del territorio».