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mercoledì, Ottobre 4, 2023
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Federalismo municipale? Fistarol: solo nuove tasse e niente federalismo

Maurizio Fistarol senatore Pd

Se la via maestra da percorrere per superare i disagi dei bellunesi alla base della volontà referendaria è il federalismo fiscale, allora proprio non ci siamo. Così il senatore bellunese, Maurizio Fistarol, che dai banchi di Palazzo Madama lancia un allarme: «Il decreto legislativo travisa l’idea reale di federalismo di cui “Verso Nord,  il movimento di cui faccio parte, ne ha fatto uno degli assi portanti del suo manifesto». «Questo decreto – aggiunge Fistarol -, che doveva essere sul federalismo fiscale, si è trasformato. Sembra che si voglia assegnare ai comuni, depredati dallo Stato in questi ultimi anni, qualche risorsa, con il rischio reale che tutto questo si traduca in un aumento del carico fiscale, con la possibilità di istituire nuovi tributi e anche con la compartecipazione alle imposte. E dei principi federalisti, richiamati anche nella legge quadro 42 del 2009, non c’è nemmeno l’ombra». Secondo il senatore di Verso Nord, infatti, vengono meno i principi fondamentali della responsabilità delle amministrazioni comunali e della vera autonomia impositiva dei comuni stessi. E viene meno in questo modo anche il caposaldo del federalismo e cioè la possibilità di controllo dei cittadini sulle scelte degli amministratori.
«Si tratta di un provvedimento che non supera il sistema della finanza derivata – aggiunge – cioè il principio in base al quale i soldi prelevati ai cittadini finiscono a Roma e poi da lì vengono redistribuiti. Non sarà vero che i soldi rimangono laddove vengono prodotti. E’ del tutto assente, inoltre, il principio, anch’esso previsto nella legge quadro, che fissava la correlazione tra il prelievo fiscale e il beneficio conseguito dai cittadini. In modo particolare l’Imu (imposta municipale sugli immobili), in pratica l’Ici, ma un po’ più consistente, grava sulle seconde case e sulle attività commerciali e artigianali, quindi sui cittadini in gran parte non residenti nel territorio comunale. Su coloro, cioè, che non potranno dare con il proprio voto un giudizio democratico su qualità, quantità e utilizzo del prelievo fiscale. Stesso discorso vale anche per l’imposta di soggiorno (attribuita ai soli comuni capoluogo di provincia e fino ad un massimo di 5 euro per notte) che sarà pagata da turisti e visitatori e quindi, ancora una volta, non da residenti. Due questioni in cui viene meno il principio federalista del controllo sulle scelte operate degli amministratori pubblici».
«Manifestiamo apprezzamento sull’introduzione dell’addizionale secca sulla casa – aggiunge il senatore Fistarol – che potrà agevolare i contribuenti onesti. Mancano, però, ancora, i numeri dei costi standard dei servizi (differenti a seconda dei territori): finché non li vedremo conteggiati in euro pro capite non riusciremo a capire davvero chi ci guadagna e chi ci perde con il nuovo assetto che resta molto indeterminato. Forse siamo ancora in tempo per evitare che i principi federalisti vengano traditi, ma dobbiamo intervenire subito».

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