Il mistero dei boati che da oltre un mese si odono dalla zona del Passo Fadalto e in Val Lapisina, a cavallo fra le province di Belluno e di Treviso non ha ancora trovato una risposta precisa, ma si stanno affinando le analisi per venirne a capo e gli interventi in relazione agli scenari che potrebbero emergere.
Ieri si è svolto anche un incontro con successivo sopralluogo e sorvolo in elicottero in zona con tecnici, esperti dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale di Udine e dell’Unità Operativa di Supporto (UOS) della struttura di Padova dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR e della Regione del Veneto. “Come Regione – ha sottolineato l’assessore all’ambiente Maurizio Conte – stiamo costantemente monitorando l’evento e vogliamo approfondirlo, consapevoli che l’area dell’Alpago è tra le più sismiche del Veneto”. “Per quanto riguarda il sistema della protezione civile – gli ha fatto eco l’assessore Daniele Stival – i Comuni coinvolti hanno già da tempo messo a punto piani per eventuali interventi. Inoltre, dal momento che la zona interessata coinvolge il territorio di due Province, vi sarà anche un coordinamento a livello regionale, in stretto collegamento con le due amministrazioni provinciali e i comuni interessati”.
Il sopralluogo ha fatto riscontrare diverse situazioni di instabilità di masse rocciose e diffuse manifestazioni carsiche. Le primissime indicazioni strumentali sembrano confermare che non si tratta solo di suoni misteriosi, perché sono state registrate “componenti vibrazionali”, insomma lievi tremori associati ai boati, percepibili solo strumentalmente, con fenomeni che avvengono anche di giorno. Si tratterebbe peraltro di eventi non nuovi, già segnalati tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001 e nel dicembre 2003, mentre “sintomi” analoghi c’erano già nell’ottobre scorso. L’origine, peraltro, sarebbe da localizzare a sud-est rispetto all’area nella quale sono stati percepiti. Le indagini proseguiranno e in ogni caso lunedì prossimo, nella sede della Protezione Civile Regionale, vi sarà un’ulteriore confronto tecnico con esperti nazionali.