Proseguono le serate di Dolomiti in scienza, presso la Sala Bianchi in viale Fantuzzi di fronte all’Inps. Sabato 29 gennaio, ore 17:00 La tavola periodica – Dr. Fabiano Nart (GDS) Nuclei, neutrini, Nobel: la vita scientifica di Fermi – Dr. Alex Casanova (GDS). Nel 1869 il chimico russo Dmitrij Ivanoviè Mendeleev e, indipendentemente, il chimico tedesco Julius Lothar Meyer decisero di “inventariare” tutti gli elementi chimici fino ad allora noti. Non si limitarono però a creare una semplice lista, ma sfruttando proprietà caratteristiche di ogni elemento, come la massa atomica, crearono uno schema oggi noto come tavola periodica degli elementi. Per capire meglio il concetto di periodico il Dott. Nart ci porterà all’interno dell’atomo edella sua più intima struttura. La tavola periodica si rivelerà non solo un elenco di elementi chimici, ma la chiave
per quel mondo di formule che è la chimica. Il Premio Nobel è il riconoscimento più alto che un fisico possa ottenere; Enrico Fermi conseguì l’ambito premio nel 1938, dopo una carriera che lo vide primeggiare sia come teorico che come fine sperimentatore. Nello stesso anno Enrico Fermi lasciò l’Italia per recarsi negli Stati Uniti, dove continuò la sua brillante carriera fino al 1954, anno della sua
morte. Il Dott. Casanova ripercorrerà la vita scientifica di Enrico Fermi fino al 1938, tra la scoperta dei nuclei atomici e le prime reazioni nucleari, tra le ipotesi sui neutrini e una scuola italiana all’avanguardia.
Sabato 12 febbraio, ore 17:00
Quale aria respiriamo nelle Dolomiti bellunesi? – Dr. Rodolfo Bassan (Arpav Belluno) Chimica e vulcani – Prof. Angelo De Min (Università Trieste) Inizialmente viene presentata una panoramica della situazione dell’aria in provincia, confrontando la realtà bellunese con quelle di pianura. L’analisi conduce poi alla descrizione di alcuni episodi acuti verificati negli scorsi anni nelle nostre valli. La conoscenza acquisita con i progetti internazionali è oggetto del successivo confronto tra quanto rilevato nelle nostre montagne e la situazione nell’arco alpino, con particolare riferimento ai POPs della Convenzione di Stoccolma.
Dall’esame dello “stato” si passa quindi alla valutazione dei fattori che determinano la qualità dell’aria, specificando e quantificando le cause, per comprendere l’importanza dell’informazione come strumento di miglioramento e di intervento. Parlando di vulcani viene spontaneo pensare a catastrofi. Ma la maggior parte degli studiosi del magmatismo è rappresentata da geologi ad indirizzo chimico che, spesso, di catastrofi e prevenzione si interessano ben poco. Questo perché i meccanismi alla base dei processi magmatici sono molto meno caotici di quanto si potrebbe pensare. I magmi, infatti, non sono singolarità, ma si raggruppano in “famiglie”, ognuna caratterizzata da un particolare profilo chimico testimone di un particolare processo genetico. Le implicazioni sono molteplici e svelano numerosi quesiti: perché si sono formate le grandi foreste? perché le civiltà occidentali si sono evolute in un’area relativamente ristretta? Sono le meteoriti le responsabili delle grandi estinzioni di massa?
Sabato 26 febbraio, ore 17:00
La radioattività, un affascinante fenomeno fisico – Prof. Fabio Mantovani (Università Ferrara) Specchi, paradossi e strani anelli. Il teorema di Gödel spiegato a mia nonna – Ing. Paolo Alessandrini (GDS)
Nell’opinione pubblica la parola radioattività assume spesso un’accezione negativa: ci si dimentica che essa è un fenomeno fisico naturale, le cui applicazioni tecnologiche hanno portato a straordinari miglioramenti della qualità della vita dell’umanità. In questo seminario la radioattività sarà raccontata con gli occhi degli scienziati, da sempre affascinati da questo fenomeno fisico. Partendo dagli esperimenti di fisica fondamentale più complessi, attualmente operativi a livello
internazionale, l’ascoltatore sarà accompagnato nella comprensione di un processo di ricadute tecnologiche d’avanguardia che vedono coinvolte anche molte realtà regionali. Ottant’anni fa un ragazzo di ventiquattro anni pubblicò un articolo di logica matematica che gettò nello scompiglio la scienza e la filosofia dell’epoca. Quel ragazzo era Kurt Gödel e l’articolo presentava al mondo il celebre teorema di incompletezza: in un sistema formale coerente sufficientemente ampio, esistono affermazioni che non possono essere dimostrate né confutate. I dettagli del risultato di Gödel non sono semplici, ma il suo significato profondo e il contesto storico nel quale ha avuto origine possono essere compresi da ognuno. Il pubblico sarà accompagnato in un viaggio affascinante tra paradossi, dilemmi logici e frasi che parlano di se stesse, tra verità e dimostrabilità; conoscerà le conseguenze
che il teorema ebbe sugli sviluppi dell’allora nascente informatica, e scoprirà la follia e il genio dell’uomo che raggiunse una delle più alte vette del pensiero di tutti i tempi.
Sabato 12 marzo, ore 17:00
I più antichi fossili delle Dolomiti – Prof. Danilo Giordano (ITIMC “Folldor” Agordo) Biominerali: le pietre della vita – Dr. Manolo Piat (GDS) Le rocce metamorfiche dell’Agordino sono importantissime per la geologia delle Alpi perché hanno conservato le tracce
di fossili molto antichi che non sono stati distrutti dal processo metamorfico. Gli acritarchi delle Filladi del Col de Foia, presso Agordo, testimoniano che le rocce che li contengono hanno un’età di oltre 500 milioni di anni. I graptoliti di 430 milioni di anni, ottimamente conservati nelle filladi di Pontalto (Agordo) sono un ritrovamento veramente eccezionale, di livello mondiale; accanto a loro sono stati rinvenuti anche coralli di 400 milioni di anni. Oltre a questi rari fossili in
rocce metamorfiche, nelle Dolomiti vi sono famosi giacimenti di fossili in rocce sedimentarie del Paleozoico superiore, alcuni dei quali sono ubicati in Agordino e in Comelico. Le rocce e i minerali che le compongono possono apparire freddi e alquanto lontani dal concetto di vita. Eppure, gli stessi elementi chimici che costituiscono la superficie solida del nostro Pianeta compongono anche la materia di cui
sono fatti tutti gli esseri viventi. Non solo, ma molti degli stessi minerali osservabili nelle rocce si riscontrano pressoché uguali nelle strutture biologiche; è proprio la loro presenza che ha reso possibile lo sviluppo dell’incredibile varietà di forme di vita che oggi conosciamo.