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2013, 50° anniversario del Vajont. Bottacin: vorremmo il 1° raduno nazionale della Protezione Civile

Gianpaolo Bottacin
Gianpaolo Bottacin

Nella primavera di quest’anno, sarà la volta del raduno della Protezione Civile del Veneto a Treviso, poi, nel 2012, a Rovigo: due tappe in previsione dell’appuntamento regionale del 2013 che sarà ospitato da Longarone, proprio nell’anno del 50° anniversario della tragedia del Vajont. Ma la Provincia di Belluno ed il Comune di Longarone puntano a realizzare il primo grande raduno nazionale del Dipartimento.   «Attendiamo l’appuntamento regionale del 2013 con grande entusiasmo e anche con un pizzico di orgoglio – ha commentato il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin – . Insieme al Comune di Longarone, però, stiamo dialogando con il Dipartimento nazionale per poter avere un raduno di livello nazionale: si tratterebbe del primo evento (sulla scia di quello dei Vigili del Fuoco, lo scorso anno) che coinvolgerebbe tutte le sezioni italiane . Il traguardo finale di un percorso che conta i raduni regionali a Treviso, nella primavera di quest’anno, e a Rovigo nel 2012». «Per l’intera comunità della nostra montagna, quello previsto fra 2 anni sarà un momento di solenne ricordo di quanto è accaduto: dolore, morte, ma anche solidarietà e aiuto reciproco – ha proseguito Bottacin – . D’altronde, non si può dimenticare che il corpo della Protezione Civile è nato proprio in quell’occasione, quando migliaia di volontari hanno prestato la loro opera per soccorrere chi era stato colpito da quell’immane tragedia». «Nella nostra terra possiamo contare quasi 2000 “tute gialle” (in proporzione alla popolazione presente, Belluno è la provincia con il maggior numero di volontari, ndr.), che entrano in azione non appena c’è bisogno, proprio come è accaduto in occasione di recenti emergenze, quali quella del sisma in Abruzzo e dell’alluvione in Veneto, lo scorso novembre». «Stiamo decidendo la data precisa del raduno, ma sappiamo già che arriveranno in migliaia, da ogni dove, e dobbiamo prepararci ad ospitarli – ha proseguito il presidente bellunese – . In prima fila, ovviamente, vorrei ci fosse chi ha vissuto sulla propria pelle quegli attimi che hanno segnato le vite di tutti noi, come una ferita che non si è mai rimarginata. Sono loro i testimoni di errori che non si devono più ripetere».

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