
Ironia e paradossi. Che se non fossero stati pronunciati da un autorevole professore, psichiatra, psicologo e scrittore, potevano essere scambiati per i soliti polpettoni che la generazione precedente rifila a quella successiva. Genitori invertebrati, giovani rammolliti, le mamme che accorrono con le lasagne calde dai figli. Paolo Crepet ha fornito un ritratto impietoso di un’Italia decadente giovedì sera al teatro del Centro Giovanni 23mo al completo, in occasione dell’incontro dal titolo “La sfida di educare”, organizzato dalla Kiwi Sports Belluno e dalla Fondazione Progetto Uomo. Un’iniziativa che ha per obiettivo quello di fondare una “scuola per genitori” anche a Belluno, che va così a completare il progetto “I colori dello sport” nato tre anni fa con l’associazione sportiva Canottieri. E che ha coinvolto 500 bambini nel 2008, 1200 nel 2009 e 2000 quest’anno come ha ricordato il presidente di Kiwi Sport Michele Faggioli. «C’è un 10% di studenti che da 15 giorni occupano un Liceo a Vicenza, giorno e notte ininterrottamente impedendo all’altro 90% di studiare. – ha detto Crepet – E domenica scorsa sono arrivate le mamme con le lasagne calde»! Il piatto di lasagne calde diventa l’ironico leitmotiv della serata, che ritrae un costume squisitamente mediterraneo di andare “a fare la guerra”. Del resto Mussolini la marcia su Roma l’ha fatta in vagone letto. Quella volta che il contingente italiano nell’82 va in Libano per la prima missione, diventa oggetto dell’ironia dei francesi che notano arrivare prima i container di spaghetti e le cucine da campo e poi i soldati. Insomma, non è molto difficile isolare situazioni al limite del grottesco del popolo italiano. E Crepet lo fa benissimo. Chiama in causa le mamme e le nonne che intervengono in soccorso di figli e nipoti. «Noi genitori siamo diventati camerieri e autisti dei figli e facciamo anche da Inps erogando loro generose paghette. Quest’estate – racconta Crepet – il direttore di Gardaland mi ha detto di un giovane che si era presentato in cerca di lavoro, ma saputo che la paga era di 1000 euro al mese si è fatto i conti e ha detto, non mi conviene, mio padre me ne 200 la settimana, togli le spese per raggiungere il posto di lavoro… Ma la vita non è sempre un’autostrada, dove abbiamo tolto tutte le buche» ammonisce Crepet «seminiamo forza o debolezza»? E allora, paradossalmente, le rotelle alla bici diventano diseducative «cadere è doloroso, ma poi c’è la gioia di rialzarsi, l’autostima». «Tra un po’ ci saranno le letterine a Babbo Natale. E state certi che se chiederanno 10 regali, ne saranno fatti 12. Perché siamo uniti nella lotta per rovinarli! Un no sviluppa la fantasia del bambino. Perché nella vita non ci sarà qualcuno che ti dà sempre ciò che vuoi». Crepet se la prende con un certo tipo di tv: «Il mondo non è X Factor! Ci fanno fare gli studi sulla tossicità delle merendine. Ma ditemi, cos’è più tossico, la merendina o 5 ore della De Filippi?» Sulla scuola dice: «Le abbiamo inventate noi le università! 600 anni fa c’era quella di Bologna e Padova. Oggi tra le prime 200 al mondo non ce n’è una italiana. Ma nessuno occupa la scuola e protesta per questo motivo. Oggi se devo scegliere un medico io vado a Innsbruk»! Racconta di come eravamo prima del benessere. «Intendiamoci, io non dico che i figli debbano patire la fame. La fame oggi si chiama desiderio, se noi diamo tutto si uccide il desiderio, la passione». «Il genitore dev’essere un capitano autorevole, capace anche di tradurre le situazioni della vita».