Come la maggior parte dei lettori del Gazzettino e certamente dell’intera totalità delle 15.518 persone soccorse in ogni condizione dal Servizio di elisoccorso bellunese, anche io sono rimasto amareggiato, deluso, quasi incredulo dalle certezze del Direttore dell’ULSS n. 2 di Feltre che conoscevo per persona equilibrata ed avveduta e che, in ogni caso, ha parlato dalla comodità di una posizione tutto sommato tranquilla che, forse, tagli per tagli se fosse in gioco l’accorpamento delle funzioni di Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo, Direttore dei Servizi Sociali, Dirigente X e Y dell’ULSS n. 2 all’ULSS n. 1 (o viceversa), con risparmi pari a ca. il 40 del costo del servizio di elisoccorso … verrebbe un pò compromessa…
Ciò detto e per inquadrare nel merito la questione, va ricordato che il servizio di elisoccorso non è stato inventato nè dai Direttori Generali delle ULSS nè dagli Assessori alla Sanità della Regione Veneto, spiace dirlo neppure dai sindaci, ma guarda caso dal Soccorso Alpino (che forse troppo velocemente lo ha svenduto) e dal Responsabile del Suem 118 che oltre 20 anni va, a fronte delle istanze e dei bisogni del territorio, seppero coniugare al meglio le risorse umane della montagna (personale CNSAS) con quelle sanitarie (personale SUEM) con le potenzialità di un mezzo che, per la prima volta, eliminava il divario tra cittadino di montagna e cittadino di pianura. Guarda caso, infatti, tutti i servizi di elisoccorso sono nati prima nelle zone di montagna che in quelle di pianura con analoghi processi a quelli occorsi nel bellunese.
Ciò premesso, si ricorda che proprio la corrente settimana le 20 Stazioni del Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi, d’intesa con il Direttore del SUEM 118 di Pieve di Cadore ed a fronte di uno studio analitico e dei quotidiani bisogni, hanno presentato a tutti i Sindaci e Consiglieri Regionali una precisa e non più rinviabile comunicazione/istanza, perchè almeno nei mesi indicati, venga garantito il potenziamento del servizio di elisoccorso.
E’, infatti, scandaloso (i numerosi Sindaci che mi hanno telefonato sono letteralmente caduti dalle nuvole ammettendo di non conoscere la situazione) che se mia figlia (potrebbe essere quello di ogni abitante di questa sciagurata provincia) il 23 maggio alle 08.20 o il 16 giugno alle 07.15, abbisognasse urgentemente dell’elicottero perchè gravemente ferita in cima alla Marmolada, perchè nelle stesse condizioni a seguito di un incidente stradale, di un infortunio sul lavoro o di un malore in casa, si dovrebbe chiamare l’elicottero di un’altra provincia poichè quello di Pieve di Cadore, allo stato delle cose, può fare solo 12 ore di servizio.
In provincia di Bolzano sono, infatti, in servizio n. 3 elicotteri, mentre in quella di Trento n. 2 elicotteri e dove, recentemente , si è investito qualcosa come 30 milioni di euro per il rinnovo degli elicotteri. Noi, invece, illuminati chiediamo di togliere uno dei pochi servizi che ancora ci restano in montagna.
Ebbene, si chieda di levare l’elicottero al Lido di Venezia istituito solo per note questioni di carattere politico ed i cui costi ad intervento sono spaventosi; si inzi a levare proprio l’elicottero del Lido perchè non c’è Direttore Sanitario o Direttore del SUEM 118 in Veneto che non sappia che oltre il 90% di quegli interventi (poco più di un centinaio all’anno) potrebbero essere comodamente effettuati dal Servizio di elisoccorso di Treviso (prendere cartina in mano prima di parlare a vanvera e controllare).
Giù le mani dal Servizio di elisoccorso, dunque, poichè numeri veri alla mano le missioni degli ultimi tre anni (tra interventi primari e secondari) sono state pari a n. 1.025, quindi con quasi n. 3 missioni/die e non già come ricordato da Simoni a stento una al giorno. Ma al di là di questi numeri che vanno rapportati ad altri parametri quali caratteristiche del territorio, viabilità e mobilità, residenzialità turistica, ecc., si sappia che solo con il Servizio di elisoccorso un cittadino di Livinallongo del Col di Lana o di Sappada o di S. Donato di Lamon può arrivare in Ospedale in temi accettabili per essere salvato. Diversamente in macchina arriva stecchito, dopo aver fatto nella migliore delle ipotesi un’ora di strada.
Infine, un invito all’amico Bortolo Simoni a chiedere scusa al “personale che con le mani in mano in attesa di una chiamata” …c’è del personale SUEM/CNSAS/PILOTI che putroppo ricordo ogni giorno … non dormiva, non girava i pollici, ma credeva a tal punto nel proprio lavoro da essere per questo morto.
Per ultimo, tutto il Soccorso Alpino è pronto alla mobilitazione generale se queste tesi sul Servizio di elisoccorso e tutte quelle che prevedono tagli alla stessa organizzazione del CNSAS dovessero trovare una qualche forma di riscontro ufficiale.
Basta, basta e basta, la montagna è stufa di chinare capo e schiena. Ora basta davvero.
Fabio Bristot – Rufus