
Il piano di tutela delle acque è stato varato dalla Regione Veneto nel novembre del 2009 e contiene la norma secondo la quale negli impianti di scarico delle acque dotati di vasche Imhoff (*) sarà possibile immettere solo quelle assimilabili a quelle domestiche. La nostra provincia è interessata forse più di altre perché la norma coinvolge gli impianti di piccole dimensioni di solito ubicati in aree montane. Con l’entrata in vigore del piano di tutela delle acque prevista per il prossimo 8 dicembre le aziende regolarmente autorizzate a scaricare nella fognatura i reflui che derivano dalla produzione, rispettando i limiti previsti dalle normative, non lo potranno più fare se la fognatura è collegata a una vasca Imhoff. Le imprese che stanno rinnovando l’autorizzazione potranno utilizzare lo scarico solo fino al giorno 8 dicembre. Dopo tale data dovranno chiudere lo scarico, chiedere una nuova autorizzazione e saranno obbligate a interventi complessi e costosi avendo due alternative:
scaricare in corsi d’acqua o nel suolo, e quindi a rispettare limiti molto più impegnativi e spendere mesi in attesa del permesso;
allacciarsi a una rete fognaria che non finisca in una vasca Imhoff. Mentre le aziende attendono le nuove autorizzazioni necessarie saranno costrette a interrompere la produzione, con danni economici e occupazionali. Il problema insiste su aziende di solito di piccole dimensioni, che operano in piccoli comuni montani che, nella maggior parte dei casi, hanno parte del sistema fognario, quando non l’intero, che ha come destinazione finale proprio una fossa Imhoff.
Cipa – Consorzio industriali Protezione Ambiente della provincia di Belluno, d’intesa con Confindustria Belluno Dolomiti e Confindustria Veneto – nel corso dell’incontro tenutosi oggi a Venezia con i tecnici della struttura regionale competente hanno chiesto alla Regione Veneto di intervenire. Durante l’incontro si è convenuto della necessità di ottenere una proroga di un anno dell’entrata in vigore della specifica norma. Ciò per consentire all’Autorità d’Ambito e al Gestore del servizio di poter definire un piano di intervento necessario per dotare le aree interessate – in particolare quelle industriali – dei necessari impianti di depurazione entro il 2015, così come prevede lo stesso “piano di tutela delle acque”. In questo lasso di tempo le imprese interessate potranno eventualmente cominciare l’iter per ottenere una nuova autorizzazione oppure per effettuare interventi di adeguamento alla propria struttura produttiva. Un mondo, quello della piccola impresa bellunese, che secondo l’indagine trimestrale di Confindustria Belluno Dolomiti condotta sui dati di Fondazione Nord Est, ancora soffre le conseguenze della crisi, pur facendo registrare i primi dati positivi. Comparando il terzo trimestre del 2011 con lo stesso periodo del 2009 le imprese con un numero di dipendenti compreso fra 1 e 9 dichiarano un aumento della produzione del 4,4%, quelle tra i 10 e 19 dipendenti un aumento del 7,9% e infine quelle che hanno da 20 a 49 addetti registrano un balzo della produzione del 20,7%. Vanno meglio anche le vendite in Italia, con valori positivi dai +3,8% fino al 19,4%, mentre sono ancora in territorio negativo le vendite all’estero, sia verso i paesi UE sia verso quelli extra-Ue.
(*) Le vasche Imhoff, dal nome dell’ingegnere tedesco che le ha progettate, vengono generalmente utilizzate nei piccoli o medi impianti di depurazione e hanno il vantaggio di avere in un unico recipiente i compartimenti destinati alla sedimentazione primaria e alla digestione del fango.