Un ritratto di 150 anni sulla condizione giuridica della donna, dall’unità d’Italia ad oggi. La conferenza, organizzata da Edizioni Colophon e la collaborazione del personale della scuola, ha avuto luogo sabato pomeriggio nell’Aula magna dell’Istituto “Catullo” di Belluno, con relatore Roberta Gallego, sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Belluno. In poco più di un’ora il magistrato ha ripercorso le tappe fondamentali dall’800 ad oggi sulla conquista dell’uguaglianza e della parità dei diritti della donna in Italia. In Europa occupiamo il penultimo posto appena prima di Malta sulla condizione donna-lavoro. Giudizio ampiamente condiviso dal Trattato di Amsterdam che ci liquida come “Paese sottosviluppato”! Gioberti nell’800 diceva che “la donna è verso l’uomo ciò che il vegetale è verso l’animale”. Nel 1891 l’enciclica Rerum Novarum di papa Leone 13mo stabilisce che “certe specie di lavoro non si addicono alle donne”. Nel Ventennio fascista papa Pio 12mo afferma la superiorità del marito e dei figli e l’ubbidienza della donna. Chi doveva occuparsi dei più deboli, insomma, come Chiesa e la sinistra, nulla hanno fatto per la donna. «Fino al 1945 – sottolinea il magistrato – la condizione femminile ha ben poco da sorridere». Inizialmente il fascismo, nel 1925 con la legge Acerbo, dà il diritto di voto alle donne. Salvo abolirlo l’anno dopo. Nel 1926 l’esclusione delle donne dalle cattedre universitarie e dai licei. Nel ‘27 vengono dimezzati i salari femminili e nel ’38 arriva lo sbarramento al 10% per le donne nei pubblici impieghi. Solo nel febbraio 1945 col Decreto luogotenenziale n.23 viene esteso definitivamente il diritto di voto alle donne. Lento anche l’accesso alle professioni. Nel 1959 la polizia femminile, nel 1961 l’accesso al corpo diplomatico e la magistratura. Negli anni ’70 ci sono una serie di conquiste, la legge Fortuna sul divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la legge Anselmi sulla parità di trattamento in materia di lavoro e la legge n. 194 che legalizza e disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza. Il delitto d’onore del Codice Rocco che riduceva la pena di 1/3 viene modificato solo nel 1981 con la Legge 442. La legge che tutela le mutilazioni genitali femminili (infibulazione ecc) è solo del 2006. Per effetto dei flussi migratori, l’Italia è il paese con il più alto numero di donne infibulate (40.000). «Oggi – ha detto il sostituto procuratore – il 63% delle aziende quotate, escluse banche e assicurazioni, non ha una donna nel Consiglio di amministrazione. Dal Rapporto della Commissione Europea” Women and man in decision making 2007 – Analysis of the situations and trends” emerge che in Italia solo il 3% delle donne siede nei Cda delle società, a fronte della media europea pari al 33%». «A quando un presidente della Repubblica donna?» Ha concluso la Gallego.