
Il calo occupazionale in Provincia è del 2,9%: quasi un punto percentuale in più della media veneta. Grave la situazione per l’edilizia. Gratitudine per l’azione condotta dal senatore Vaccari. Servono però anche azioni specifiche per le imprese bellunese.
Nel primo semestre il calo occupazionale nell’artigianato veneto è stato del 2%, con picchi del 6,5% nel settore del legno e del 5,3% nell’edilizia. Ma se nel Veneto è andata male, ancora peggio è il risultato del bellunese. “La flessione è stata complessivamente del 2,9% – dice Walter Capraro, direttore dell’Unione Artigiani e Piccola Industria – pari a circa 500 posti di lavoro in meno. Il calo occupazionale è stato determinato soprattutto dalla congiuntura negativa dell’edilizia (-7,3%), ma anche il manifatturiero ha chiuso male la prima parte dell’anno (-2,9%).” Rispetto al quadro regionale, il comparto bellunese del legno ha contenuto la flessione ad un 2,4%, ma non così è stato per l’altro settore collegato all’edilizia: l’impiantistica ha, infatti, registrato un calo occupazionale del 4,8%. Unici dati positivi vengono dai servizi alla persona (+3,4%) e dall’autoriparazione (+3,3%), che a livello veneto sono calati, invece, rispettivamente dello 0,4% e dell’1%. “I dati del nostro Osservatorio – dice Capraro – rispecchiano una situazione ancora molto preoccupante, con interi settori praticamente fermi. Nell’edilizia, ad esempio, la crisi è soffocante e alcuni dei recenti provvedimenti governativi, come la trattenuta del 10% sui bonifici o l’incertezza che si respira ancora intorno alla proroga dei benefici fiscali per gli interventi di risparmio energetico, vanno esattamente nella direzione opposta a quella che servirebbe.” La preoccupazione dell’UAPI per il futuro è solo parzialmente mitigata da alcune notizie ricevute proprio in questi giorni. “Dal senatore Vaccari – dice il Direttore dell’UAPI – che, al pari degli altri parlamentari bellunesi era stato da noi interessato a fine luglio, abbiamo avuto notizia di un suo intervento sul ministro Tremonti, il quale si sarebbe dichiarato favorevole alla soppressione della trattenuta del 10% sui lavori di riqualificazione energetica e avrebbe garantito un emendamento in tal senso o alla legge di stabilità o nel prossimo decreto sviluppo. Si spera che la crisi politica che stiamo vivendo in queste settimane non comprometta questo risultato, che è tra le aspettative principali del settore.”
Di questo e, più in generale, delle prospettive di uscita dalla crisi, le imprese edili dell’UAPI parleranno nell’assemblea indetta per sabato prossimo a Sedico, cui saranno presenti anche i vertici regionali di categoria. “Stiamo tutti lavorando per cercare vie d’uscita da una congiuntura ancora difficilissima – conclude Capraro – L’accordo siglato ieri insieme a Confindustria con GBS Italia per la promozione e lo sviluppo dell’edilizia sostenibile è un’altra prospettiva in cui credere e su cui puntare. Certo è che senza la politica tutto è più difficile: come dimostrano anche i dati sull’occupazione, servono risorse specifiche per le imprese della montagna bellunese, più vulnerabili ed esposte rispetto a quelle della pianura veneta, ma serve anche un disegno complessivo a livello locale entro il quale tutti – pubblico e privato – sappiano di potersi muovere. Superfluo sottolineare che siamo disponibili a collaborare con chiunque voglia assumersi questo compito.”