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L’entrata in vigore del Sistri è confermata al 1° ottobre. Walter Capraro: “ E’ stato solo allungato il termine per distribuire le chiavette Usb”

Walter Capraro direttore Uapi
Walter Capraro direttore Uapi

La notizia apparsa nei giorni scorsi sulla stampa locale che l’obbligo dell’utilizzo del SISTRI sarebbe stato prorogato al 1° gennaio 2011, secondo l’UAPI, non è corretta. In realtà il decreto pubblicato il 1° ottobre  in GU da parte del Ministero dell’Ambiente non sposta il termine di avvio del SISTRI, ma solo quello per la consegna dei dispositivi per l’accesso, che potranno essere ritirati fino al 30 novembre, ma l’avvio del sistema è confermato a partire dal 1° ottobre. “Il differimento dei termini per la distribuzione delle chiavette USB e delle black box – dice Walter Capraro, direttore dell’UAPI – più che alle aziende è servito al Ministero che è in netto ritardo nella distribuzione dei dispositivi. Non si è quindi trattato di una battaglia vinta, ma semplicemente di un favore che il Ministero ha fatto a se stesso.” Il Ministero si è, infatti, limitato a prospettare la sospensione delle sanzioni fino al 31 dicembre 2010, ma anche questa sospensione non sembra così scontata. “Per il momento – chiarisce Capraro – questa sospensione resta una “buona intenzione”, perché quello che davvero conta è la modifica del sistema sanzionatorio relativo al SISTRI che un prossimo decreto legislativo andrà a definire. Saremo soddisfatti solo quando verrà emanato un provvedimento avente forza di legge che inequivocabilmente preveda la non sanzionabilità per un utilizzo parziale od errato del sistema a partire dal 1° ottobre 2010 e fino alla fine dell’anno. Finché questo non accadrà, per le aziende il rischio di sanzioni rimane.” L’UAPI, dunque, non mitica il giudizio negativo su come il governo ha proceduto finora. Anzi, i problemi non sono stati risolti e le imprese sono esasperate.
“L’accesso al sistema resta tuttora problematico – ribadisce il direttore dell’UAPI. Spesso la decifrazione dei codici di accesso è impossibile e l’inserimento dei dati è lento. La procedura è farraginosa: se un’azienda produce 10 tipi rifiuti deve confermare l’inserimento 10 volte. E non dimentichiamo che un bel numero di aziende ha in casa una USB difettata e dovrà sostituirla. Qui non basta un anno intero per sistemare le cose, altro che 3 mesi!” E poi c’è il problema della formazione degli operatori e delle aziende. Tutto è scaricato sulle Associazioni di categoria, che peraltro non dispongono neppure di una demo funzionante e completa.
“Il Ministero – conclude Capraro – non si è impegnato a garantire la formazione neppure per gli smaltitori professionali, che oltre ai contributi annuali al SISTRI,  versano anche migliaia di euro ogni anno all’Albo Gestori Ambientali: almeno per questi la formazione avrebbe dovuto essere tempestiva e gratuita. Tutta la formazione è stata invece scaricata sulle aziende e sulle Associazioni, che peraltro stanno ancora aspettando le indicazioni operative del Ministero.” Non c’è dunque nulla che legittimi la soddisfazione delle imprese. Per questo l’UAPI ha preso carta e penna e ha scritto nuovamente ai parlamentari bellunesi, chiedendo loro di attivarsi per ottenere dal Ministero certezze e non promesse sia sul fronte delle sanzioni che su quello della formazione delle imprese. A questo nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti sono interessate 260.000 imprese in tutta Italia: 2.000 sono le bellunesi.

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