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domenica, Dicembre 3, 2023
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Traballa ma resiste: Prade è ancora in sella. Dopo un pomeriggio sulle braci il voto gli dà ragione, ma arrivano le monetine al grido “venduti”

Dopo tre ore e mezzo di “frustate sul dorso” come ha definito “Rufus” i molteplici interventi dei consiglieri di maggioranza, il sindaco di Belluno Antonio Prade ha avuto la soddisfazione di vedere salva la propria giunta. Sia pure con il coro finale “venduti” e il tintinnio delle monetine lanciate dai ragazzi del BL.itz. Questi i numeri della salvezza: 21 voti a favore 12 contrari, 3 astenuti (Losego – Pdl, Serafini – Lega e Bristot – Pd ) 35 presenti in aula, 5 assenti (Palumbo, Marrone, Roccon, Zoleo, Caldart). Alla fine quello che sembrava essere una rivolta contro il sindaco è perfettamente rientrata. E tutto il centrodestra ha votato a favore ad eccezione del finiano De Pellegrin. Di più. Con la promessa di un futuro polo cinofilo e cimitero degli animali, Prade ha ottenuto anche i voti del nuovo partito denominato “Futuro senza partiti” costituito da Carlo Giuliana (fuoriuscito dal patto per Belluno) al quale hanno aderito Antonio Uneddu (già dissidente del Pdl) e Oreste Cugnac (anche lui fuoriuscito dal Pdl e rifiutato dalla Lega per il veto di Serafini “Orso Grigio”). Insomma un trio che cambia casacca e indossa quella con un grottesco marchio contraddittorio di un partito che nega i partiti. Nel teatrino della politica locale ci mancava solo questa nuova creazione. Formalizzate in aula anche le dimissioni di Lorenzo Bortoluzzi da capogruppo del Pdl. E veniamo ad alcuni flash del caldo pomeriggio di oggi a Palazzo Rosso. Celeste Balcon (Patto per Belluno) ha criticato il progetto di recupero delle rive del Piave per mancanza di un progetto organico. La Grua (Pdl) ha ironizzato con il sindaco chiedendogli di essere invitato alle conferenze stampa insieme ai giornalisti, per evitare di dover leggere sul giornale quali sono i programmi futuri della giunta. Sommavilla (vedi anche il video dell’intervento qui a fianco banner rosso): «Al circo di questo consiglio comunale c’è sempre qualche spettacolo nuovo. Con il sindaco che distribuisce incarichi per recuperare voti. Oggi il piccolo Berlusconi di Belluno dice il contrario della realtà. Siamo alla confusione totale e nessuno si prende la responsabilità degli atti che compie». Losego (Pdl) chiede conto al sindaco delle seguenti spese di cui non ha avuto ancora risposta: i 5.500 euro per 10 giorni di consulenze del Nevegal e i 100mila euro l’anno per tre anni sempre per il progetto Nevegal. Domenica Piol (Lega) rivela candidamente che le è stata offerta una poltrona ma lei ha rifiutato (il riferimento è alla vicepresidenza del consiglio comunale, poi assegnata a Francesco Pingitore). Orazio Da Rold (Pdl) dichiara: «Non mi fido della sua giunta! Per alcuni la democrazia è una scocciatura, e lei sindaco sta pagando queste situazioni. Occorre partecipare alle decisioni». Insomma, non si fida, ma alla fine vota a favore. Rasera Berna evoca il capolavoro cinematografico di surrealismo “Fascino discreto della borghesia“ di Bunuel, dove i commensali a tavola vengono sempre interrotti e non riescono mai a pranzare. «Così Prade – dice Rasera – promette ogni volta maggior coinvolgimento ai suoi consiglieri, poi c’è un’interruzione, la scena cambia, e tutto rimane come prima». Massaro (capogruppo Pd) contesta la legittimità degli atti della giunta. A partire dallo sforamento del patto di stabilità «che di per sé è una violazione», alla copertura del Palaghiaccio eseguita senza regolare gara d’appalto; anche il Cantiere della provvidenza per il quale si prevedono 1.100.000 euro dovrebbe adeguarsi alle gare d’appalto; sulle consulenze del Nevegal Massaro sottolinea che facendo firmare i contratti alla società partecipata del comune, la giunta si sottrae alle sue responsabilità.

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