Nella seduta n.368 del 15 settembre 2010 i deputati radicali Zamparutti, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci e Turco, hanno presentato un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per saperne di più sul progetto di prolungamento dell’autostrada A27 da Pian di Vedoia a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno. In particolare:
l’elaborato del progetto, in discussione dal 2007 è stato presentato a Longarone il 15 luglio e vedrebbe coinvolte la Rock Soil, Technital, Idroesse, Hidrostudio con il coordinamento progettuale affidato alla Territorio srl. La copertura economica è garantita da una proposta di finanza di progetto firmata dalle imprese Grandi Lavori Fincosit, Adria Infrastrutture e ingegner E. Mantovani. La concessione avrà una durata di 40 anni a decorrere dalla fine dei lavori;
l’infrastruttura dovrebbe essere lunga 21 chilometri, per metà in galleria, per il resto su rilevato o viadotto, e si svilupperà lungo la stretta valle del Piave affiancandosi alla statale 51 di Alemagna, alle varianti già aperte e alla linea ferroviaria in esercizio;
il costo dell’opera che si aggirerà sui 4,5 miliardi di euro, finanziata da privati che puntano sui pedaggi per rientrare con gli investimenti. Lo Stato interverrà con opere complementari;
secondo comitati in difesa del territorio, comitato Pas Dolomiti-comitato interregionale Carnia-Cadore, il progetto presenta criticità sotto l’aspetto ambientale ed è in aperta contraddizione con il recente riconoscimento da parte dell’Unesco delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità. Inoltre, non risolverebbe i problemi di mobilità e di viabilità sul tappeto. Anzi, provocherebbe diversi disagi in quanto, interrompendosi alle porte di Pieve di Cadore, porterebbe al collasso le strade ordinarie in direzione Centro Cadore-Auronzo-Comelico, da una parte, e Valle del Boite-Cortina dall’altra, rendendo invivibili i paesi attraversati dall’opera;
ancora, il progetto contrasta con le direttive europee che prevedono uno progressivo spostamento del traffico merci dalla strada alla rotaia e con la Convenzione delle Alpi, che pone il veto ad ogni nuovo attraversamento autostradale delle Alpi e che pone l’obiettivo di diminuire l’impatto dei trasporti sull’ambiente attraverso il graduale trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia -:
di quali informazioni disponga in merito il Governo;
I radicali chiedono quali misure si intendano adottare in merito all’elevato impatto ambientale che deriverebbe dall’opera ed il possibile ontrasto con direttive europee e con la Convenzione delle Alpi;
in che modo si intenda invece sostenere il collegamento della provincia di Belluno con l’Europa tramite una linea ferroviaria.