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martedì, Dicembre 5, 2023
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Un tragico errore di un bracconiere ha causato la morte di don Francesco Cassol

don Francesco Cassol
don Francesco Cassol

«Ero convinto di sparare a un branco di cinghiali». E’ quanto ha detto ieri mattina Giovanni Converso Ardino, operaio 51enne di Altamura dinanzi ai militari dell’Arma, nella caserma dove si è recato a costituirsi, accompagnato dal suo avvocato. I carabinieri stavano già stringendo il cerchio delle indagini, con il controllo dei possessori di carabine calibro 30.06 (corrispondente al 7,62  Nato – che però è leggermente più corto –  la vecchia munizione standard del Patto atlantico usata nel Garand, Fal, Mg42) arma analoga a quella usata la notte tra sabato e domenica nella Murgia barese, dove un proiettile ha trafitto il corpo di don Francesco Cassol. Il ritrovamento del bossolo, infatti, è stato determinante nello svolgimento delle indagini preliminari. Il 51enne di Altamura si è difeso dicendo di essere fuggito per paura di quanto accaduto, anche perché in questo periodo c’è il divieto di caccia e temeva le conseguenze penali. Ora l’uomo si trova agli arresti domiciliari ad Altamura, nella sua abitazione.

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