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Chiude con successo la mostra di Roberto Faganel ad Auronzo

Lo scorso 1 agosto 2010, nelle sale espositive del Municipio di Auronzo di Cadore, si è inaugurata un’importante Antologica del pittore accademico Roberto Faganel – nativo di Vrtojba presso Gorizia – curata dalla poetessa Irene Navarra per la ricorrenza dei cinquant’anni di attività del Maestro (1960 – 2010). Ricorrenza che peraltro proprio la Navarra aveva già festeggiato con un video di suoi dipinti inserito nel contesto dell’Omaggio da lei dedicato a Carlo Michelstaedter il 4 giugno scorso nella cornice del Teatro “Incontro” di Gorizia. La rassegna dal titolo Il mondo di Roberto Faganel, organizzata in modo perfetto quanto a comunicazione e informativa al pubblico dal Comune della rinomata località montana e, in particolare, dall’assessore alla Cultura dott.ssa Tatiana Pais Becher, ha registrato un valore aggiunto: la presenza calorosa di Moni Ovadia come straordinario ospite. Egli, dopo un intenso preludio di invito alla solidarietà consapevole tra le genti, ha seguito attentamente la presentazione della curatrice, intrattenendosi poi a lungo con il pittore sui temi della sua arte e sull’esigenza spirituale di scoperta realizzata nella vocazione al viaggio. L’itinerario, relativo a una cinquantina di quadri – anche di grandi dimensioni – esposti non in ordine cronologico ma per gruppi tematici, ha descritto le tappe significative dell’ispirazione di Roberto Faganel. La mostra rappresenta infatti un percorso complesso in cui gli elementi primordiali diventano mediatori per la comprensione della misura del creato, aprendoci prospettive inusitate. Densi di echi e rimandi ne sono pertanto i linguaggi, volti programmaticamente alla restaurazione del Bello con sciolto tratto postimpressionista e rifuggendo da quanto risulta disarmonico, persino tramite la memoria che, malgrado talvolta ritorni mesta su episodi sofferti, è pur sempre preziosa garanzia di amore per le origini. Quelle mitteleuropee da cui ebbe inizio la sua avventura esistenziale, soprattutto quando, stanco degli studi musicali, decise un cambio di rotta. Così, sotto la guida dei triestini Nino Perizi e Riccardo Tosti, si avvicinò alla pittura secondo i dettami del Chiarismo, la scuola che stempera i volumi nel colore mirando alla riconquista della luce. Empatico il suo rapporto con i soggetti prescelti, ugualmente empatica la fruizione a cui è portato lo spettatore. Richiami immaginifici si snodano dai luoghi che va percorrendo per imprimersi negli occhi nuove visioni, da riversare poi sulla carta con la tecnica dell’acquerello in vere e proprie opere prime, e sulla tela in sapidi impasti di pigmento a base grassa. Tali esperienze travalicano le barriere del razionale lasciandoci inermi davanti alla resa di qualsiasi meta del suo instancabile vagabondare, sia essa il Grand Canyon scarlatto di sole ardente o acceso di stelle nel cobalto della notte, la campagna delle origini ricca di vitigni, il cratere di N’goro N’goro abitato dai fenicotteri rosati, i mercati di Kerala tanto brulicanti di folla, oppure la dimensione edenica delle Hawaii dove trionfa una gamma illimitata di cromie, compresa la violetta mai comparsa prima sulla sua tavolozza. Stupore e meraviglia albergano in noi alla fine della visita. E gratitudine per quanto Roberto Faganel sa e continua a donarci.

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