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A Cortina InContra lunedì si parla dell’ex presidente Ciampi e di Bin Laden

Carlo Azeglio Ciampi, storia di un presidente. Lunedì 9 agosto ore 18 all’Audi Palace per la rassegna Cortina InContra. Ciampi rappresenta il lungo cammino di un uomo comune arrivato al Quirinale passando per la Resistenza e la Banca d’Italia, senza farsi sporcare dalla politica. E che ha riavvicinato gli italiani all’amore patrio più di qualunque altro Capo dello Stato
Incontro con Arrigo Levi, autore de “Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano” (Il Mulino); Andrea Manzella, costituzionalista; Antonio Puri Purini, ex ambasciatore;Stefano Folli, editorialista Il Sole 24 Ore
e Marzio Breda, giornalista Corriere della Sera, autore de “La guerra del Quirinale. La difesa della democrazia ai tempi di Cossiga, Scalfaro e Ciampi” (Garzanti)
Conduce: Enrico Cisnetto, “Cortina InConTra”. Non è facile mettere d’accordo gli italiani, notoriamente rissosi, sul nome di un uomo di Stato. Ebbene, Carlo Azeglio Ciampi, è una delle poche personalità in grado di farlo. Storia strana e affascinante quella del laico e credente Ciampi, che nella bufera di Tangentopoli, con l’economia allo sbando e la lira nella tempesta della speculazione, traslocò dal suo ufficio della Banca d’Italia a quello di Palazzo Chigi. Erano i giorni dei “politici tutti ladri”, delle monetine contro Craxi, del cappio leghista alla Camera e dei suicidi di manager e politici in carcere. E poi il Quirinale, e il faticoso lavoro per ricostruire il senso dell’unità di un paese perso, decapitato della sua classe dirigente, preda di umori giustizialisti e populisti. Ma raccontare il presidente emerito della Repubblica è anche dire di tanti altri momenti difficili della storia d’Italia, a cominciare dalla sfida che molti militari dovettero affrontare dopo l’armistizio del 1943, quando Ciampi passò avventurosamente le linee per raggiungere l’esercito al Sud già liberato. Un omaggio di “Cortina InConTra” ad un grande italiano.

Segue alle ore 21,30 Ma che fine ha fatto Osama Bin Laden? Se è ancora vivo, sta in Afghanistan, in Pakistan o dove? E a prescindere da lui, che forza ha oggi Al Qaeda? Mentre la lotta al terrorismo islamico e la presenza delle truppe italiane nelle “zone calde” a che punto sono?
Ne discutono Stefano Dambruoso, responsabile attività internazionali Ministero Giustizia; Carlo Jean, esperto strategie militari e geopolitica, autore de “Italiani e forze armate” (Franco Angeli)
Guido Rampoldi, giornalista La Repubblica; Toni Capuozzo, giornalista TG5, conduttore Terra; Carlo Panella, giornalista, autore de “Ayatollah atomici” (Mursia)
Conduce: Andrea Zanini, “Cortina InConTra”. Da nove anni è in cima alla lista dei ricercati più pericolosi del mondo. La taglia sulla sua testa vale 25 milioni di dollari. Per alcuni o è molto malato o è morto, ma l’intelligence americana continua a dargli la caccia. Anche perché il terrorismo di matrice islamica è ancora una minaccia, dopo essere costato migliaia di vite e due guerre. Vediamo quali nuove strategie occorre adottare per evitare che la lotta ai terroristi diventi uno “scontro di civiltà” tale da isolare l’Islam moderato. A cominciare dalla permanenza o meno delle truppe Nato, e quindi anche dei soldati italiani, in Afghanistan. Per rispondere a tutte queste domande abbiamo invitato esperti di grande livello.

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