
I comuni montani che hanno ottenuto il contributo per il servizio civile degli anziani sono 41, di cui 8 in provincia di Belluno, 5 Treviso, 18 Vicenza, 10 Verona. Per un finanziamento complessivo di 298.570 euro. I comuni con oltre 5.000 abitanti sono 29 di cui 8 in provincia di Treviso, 8 Vicenza, 7 Padova, 2 Venezia, 4 Verona. Per un finanziamento complessivo di 201.430 euro. E tuttavia, nell’interpretazione del consigliere regionale leghista Matteo Toscani, i 60mila euro circa che arrivano ai Comuni del bellunese, contro i 298mila + 201mila stanziati in totale per i Comuni veneti di montagna, sono una “nuova attenzione della Regione a Belluno”. La matematica, interpretata dal consigliere leghista, diventa davvero un’opinione! (vedi articolo sopra in Riflettore – Politica). Più realista il consigliere regionale Dario Bond (Pdl), che non sfiora nemmeno l’argomento montagna-Belluno. “Il provvedimento promosso dall’assessore ai servizi sociali, Remo Sernagiotto, riguardo l’impiego degli anziani in attività socialmente utili – dice Bond – è importantissimo anche perché serve a sostenere il reddito dei pensionati e delle casalinghe in un periodo di crisi. E’ un servizio di grande civiltà e che le nostre amministrazioni locali, soprattutto i piccoli comuni e quelli della montagna, apprezzano perché si contribuisce, in questo modo, a mantenere servizi indispensabili alla comunità. Il provvedimento prevede un finanziamento complessivo di 500 milioni per 70 comuni, singoli o associati, i cui progetti sono rientrati nei criteri stabiliti dalla Giunta regionale. Purtroppo – prosegue Bond – il fondo disponibile non è riuscito a coprire tutte le richieste (198) ed è auspicabile che si riesca a reperire altre risorse quanto prima. I progetti finanziati sono tutti di comuni montani al di sotto di 10.000 abitanti proprio perché questi sono gli enti locali più bisognosi, ma anche meglio in grado di far fruttare a pieno i vari servizi di volontariato e di vicinato. Sono molto soddisfatto anche perché nella relazione di delibera sono espressamente citati oltre ai pensionati anche le casalinghe. Sono convinto, infatti, che un servizio civile presso le amministrazioni pubbliche dovrebbe essere sempre più aperto a nuove prospettive e alla collaborazione a tutto campo tra cittadini e amministratori. I comuni montani, come sappiamo, devono affrontare costi maggiori di altri per assicurare i servizi indispensabili alla vita quotidiana e quindi va costantemente sostenuta l’attività di volontariato – in stretta collaborazione con i comuni – ed estesa ad altre categorie di cittadini.