“Domani si conclude a Sedico, a villa Pat, il giro di consultazioni della Commissione Statuto del Consiglio regionale presieduta dall’amico Carlo Alberto Tesserin. – scrive il consigliere regionale Dario Bond in una nota – Sarà una giornata importante perché dopo questo incontro si potrà fare una sintesi degli apporti e dei suggerimenti che sono stati raccolti in tutte le province del Veneto. Dal bellunese non dovrà mancare la sottolineatura alla specificità della nostra montagna e alle ragioni delle nostre popolazioni. Finora è stato avviato un confronto a tutto campo, senza preclusioni e soprattutto senza dare alibi a nessuno nell’autoescludersi dal dibattito. Il presidente Tesserin ha svolto un grande lavoro di confronto e di mediazione – e pertanto lo ringrazio di cuore per quanto sta facendo – e la Commissione non ha girato per il Veneto mostrando un documento già scritto e calato dall’alto, ma si è giustamente limitata a raccogliere le istanze dei veneti rappresentati da sindaci, assessori, consiglieri comunali e provinciali e tante forze economiche, sociali e del volontariato. Tutti hanno chiesto di fare presto e di fare bene e soprattutto di scrivere uno Statuto che ci aiuti ad ammodernare il Veneto ed accompagnare le trasformazioni della società e dell’economia. Ho chiesto, insistito e ottenuto che la Commissione possa continuare i lavori fino a ferragosto per proseguire il dibattito e passare subito all’esame delle bozze depositate dalle diverse forze politiche.
Lo Statuto non è fatto per risolvere criticità o situazioni concrete, cosa che spetta alla giunta regionale, ma è la Carta dei principi nei quali i veneti dichiarano di credere. E’ il binario sul quale viaggiare, la cornice entro la quale va costruita la sostanza e gli atti concreti. Quindi un riferimento fondamentale per sancire i nostri valori, tutto ciò in cui crediamo e aspiriamo. Dovrà essere un documento all’altezza delle aspettative di tutti i veneti, e per questo è necessario un lavoro di concerto tra maggioranza e opposizioni. Aspiriamo ad uno Statuto flessibile, moderno, semplice, adeguato ai tempi e alle evoluzioni istituzionali, economiche e politiche della società veneta del Duemila. Parafrasando Piero Calamandrei potremmo dire che lo Statuto non deve essere considerato come una legge morta, scritta una volta per tutte, ma come un vero e proprio programma politico che si dovrà adeguare ai tempi”.