
“Un’Europa sempre più contraddittoria: da un lato interviene in modo corretto sulle quote latte contro gli splafonatori e da un altro in modo dannoso e pericoloso verso i produttori di vino. La normativa sui diritti d’impianto, reimpianto ed estirpazione dei vigneti che ne limita di nuovi e premia se si estirpano quelli esistenti sta facendo danni. Lo scopo è quello di contenere la produzione per arrivare ad un aumento dei prezzi e sostenere il reddito degli agricoltori. La realtà, invece, è che siamo in un sistema mondializzato e l’Unione Europea non ha l’esclusiva della produzione del vino e così si rischia di avvantaggiare i produttori di vini australiani, cileni, argentini, del Sud Africa e degli Stati Uniti. Il tutto col risultato che oltre a mettere le premesse per farsi invadere da vini extracomunitari ci si sobbarca un costo di oltre un miliardo di euro, nel triennio 2009-2011, per incentivare l’estirpazione dei vigneti.
La soluzione? Semplicissima: lasciare agire i mercati in modo da spingere i produttori peggiori ad uscire dal comparto e utilizzare le risorse non per distribuire incentivare ad estirpare, ma piuttosto per innovare e produrre vini di qualità. Incentiviamo vigneti moderni nella concezione tecnologica, innovativi sul piano delle varietà autoctone e continuatrici delle tradizionali della viticoltura regionale. Se i consumi domestici calano e si lascia crescere la concorrenza internazionale non è incentivando l’estirpazione di vigneti che si risolve il problema. Anzi si finisce per accrescere la disoccupazione e sfigurare il paesaggio agricolo. Giro la nota ai nostri europarlamentari ai quali chiedo di contribuire a cambiare queste regole non dimenticando che il Veneto è la prima regione italiana per produzione di vino e la terza, dopo Puglia e Sicilia, per superficie vitata con oltre 70.000 ettari.”