
Berlusconi ha appena liquidato Fini provocando una profonda frattura all’interno del Pdl che potrebbe portare ad elezioni anticipate, quando arriva un’altra frecciata dal leghista Manzato contro il pidiellino e fedelissimo di Berlusconi Galan. “Ma Galan sa che la coesistenza tra coltivazioni tradizionali e organismi geneticamente modificati non è possibile perché in breve tempo, a causa del processo di ibridazione, le modificazioni genetiche riguarderebbero anche i campi coltivati con sementi tradizionali?”. L’interrogativo parte dell’assessore veneto all’Agricoltura Franco Manzato, che così risponde alle affermazioni del ministro Giancarlo Galan. “Il ministro dell’Agricoltura – prosegue l’assessore Manzato – ha chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di procedere nel più breve tempo possibile ad approvar le linee guida sulla coesistenza tra colture convenzionali e piante geneticamente modificate e all’approvazione dei protocolli di sperimentazione sugli Ogm. Ma la questione non è la tempistica della Conferenza Stato Regioni, ma una scelta squisitamente politica. Una scelta che l’Italia ha fatto da tempo a causa della mancanza di condizioni che garantiscano la coesistenza fra coltivazioni Ogm e coltivazioni Ogm-free. Il nostro Paese è la culla della biodiversità, con 4500 prodotti tipici frutto di secoli e secoli di storia. Nei Paesi dove si dove si è scelto di aprire la porta agli Ogm, gli agricoltori non guadagnano di più. Il vero business è quello delle multinazionali che brevettano le sementi e legano a sé gli agricoltori che sono costretti a ricomprarle ogni anno visto che le piante Ogm vengono appositamente rese sterili”. “Non si tratta – conclude l’assessore veneto all’Agricolura – di scegliere se fare ricerca o fermarla, ma di scegliere tra il preservare il nostro patrimonio di biodiversità o svendere tutto alle multinazionali”.