Dopo cinque anni di ricerca condotta su scala europea la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore pubblica il volume denominato Le botteghe di Tiziano, uno studio importante per approfondire la conoscenza sull’artista bellunese e sull’organizzazione del suo lavoro. Determinante il sostegno del Consorzio Comuni BIM Piave, che ha deliberato un contributo di 10.000,00 Euro per la pubblicazione del volume. Il volume rappresenta l’approdo finale di un lungo percorso di ricerca, condotto su scala europea e destinato a divenire un punto di riferimento essenziale per gli studi tizianeschi anche grazie alla riproposizione e all’approfondimento di questioni spinose, legate all’attribuzione delle tele. L’opera ha già avuto un riscontro notevole da parte della critica e degli specialisti, con una recensione di Enrico Castelnuovo nel Sole 24 Ore e una nel giornale della Santa Sede, l’Osservatore Romano, ad opera dello storico Antonio Paolucci ora direttore dei Musei Vaticani. Una scelta coraggiosa, quella del Centro Studi Tiziano e Cadore, che per la pubblicazione delle 2.000 copie ha dovuto sostenere una spesa di circa 90.000 Euro, di cui riusciva a coprirne solo la metà; il contributo erogato dal Consorzio Comuni BIM Piave è risultato perciò importante per sostenere l’iniziativa e dare ampio respiro ad un progetto di promozione del patrimonio culturale bellunese a livello europeo. “E’ sicuramente un’operazione culturale di grande rilievo per una provincia che vanta un ambasciatore come Tiziano per far conoscere il suo territorio e la sua cultura-spiega il sindaco di Lozzo di Cadore Mario Manfreda, che tiene anche a rendere noto come questo non sia che l’ultimo di molti contributi stanziati dal Consorzio Comuni BIM Piave a favore della fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore-. Sono ormai diversi anni che il consorzio Comuni BIM Piave segue il percorso della fondazione Tiziano e dimostra attenzione e sensibilità al suo impegno di dare lustro e di diffondere lo studio di questo grandissimo artista nato in Cadore, testimone mondiale delle radici culturali bellunesi”.