La criminalità organizzata è progressista, si evolve, raffina e perfeziona le sue tecniche. È efficiente ed efficace nel perseguire potere e profitto, non si impantana in logiche burocratiche e pastoie formalistiche. Lo Stato, nel contrasto al crimine, in nome della sicurezza e della giustizia, dovrebbe essere progressista, nel senso di approvare leggi sempre più efficaci, perfezionare la sua azione, ridurre burocrazie snervanti, snellire procedure e togliere inutili formalismi che non significa garantismo. In estate sarà approvata la legge che ridurrà drasticamente la possibilità di effettuare le intercettazioni: la cosiddetta «legge bavaglio». Con le ultime modifiche in Parlamento si è approvato un provvedimento che secondo il nuovo fronte della legalità guidato dall’On. Bocchino – braccio destro dell’On. Fini – è una buona legge. Via il bavaglio dell’ipocrisia. La legge approvata è pessima e, soprattutto, è criminogena, nel senso che aiuta la criminalità organizzata e, in particolare, quella dei colletti bianchi. Se ci fosse stata questa legge probabilmente non avremmo saputo nulla della Protezione civile connection di Bertolaso & C. né di casa Scajola, non si sarebbe saputo che il referente politico del clan dei casalesi era il sottosegretario allo sviluppo economico On. Cosentino, l’oblio eterno avrebbe ammantato la P3. In questi giorni in Parlamento è stato approvato qualche emendamento che espunge le parti manifestamente incostituzionali e irrazionali del provvedimento, come il divieto di pubblicazione per la stampa. Sono stati tolti quei punti che avrebbero messo in difficoltà il nuovo corso politico dei folgorati dalla legalità e che avrebbe esposto il provvedimento alla mancata promulgazione (forse) del Presidente della Repubblica. Resta la legge criminogena di sempre, anche in tema di libertà di stampa (vedasi, ad esempio, la stretta su internet). I berluscones la vogliono approvare subito in quanto è un provvedimento che impedisce a magistratura e forze dell’ordine di contrastare adeguatamente il crimine. Qualche esempio: si rende più difficile autorizzare le intercettazioni per i delitti di criminalità organizzata (diversa da quella mafiosa, la P3 per intenderci); è complicato autorizzare le intercettazioni per i reati che consentono di individuare le associazioni mafiose; si richiedono per intercettare gli indizi utilizzati per la prova della sentenza; burocratizzazione e formalismi inutili esasperati in una fase del procedimento penale in cui la celerità è fondamentale: si rende difficile l’acquisizione dei tabulati; si impongono limiti temporali capestro alle intercettazioni; si prevede il giudice collegiale del capoluogo del distretto per decidere (paralizzandosi Tribunali, aumentando incompatibilità tra giudici e trasferendo tutti i faldoni da un Tribunale all’altro in modo che passeranno settimane e tante persone leggeranno le carte: alla faccia della celerità e della tutela della privacy); si impediscono le registrazioni tra privati (l’imprenditore non potrà più registrare l’estorsore, la donna abusata chi le usa violenza, la vittima l’usuraio); si rendono più difficili le intercettazioni ambientali. L’elenco è lungo. Se le intercettazioni non si fanno la stampa non potrà fare cronaca e l’opinione pubblica non saprà: il bavaglio è di fatto, si riduce solo quello formale.
Berlusconi ed i suoi sodali, come sempre, bisogna darne atto, ci mettono la faccia. La Lega – al di là delle argomentazioni false del ministro dell’Interno circa il fatto che questo Governo è il migliore contro (io dico per) la criminalità – avalla in pieno la deriva criminogena dell’esecutivo in quanto a provvedimenti adottati ed adottandi (dallo scudo fiscale al legittimo impedimento, dal processo breve alla vendita all’asta dei beni confiscati, dalla legge bavaglio al lodo Alfano, dalla modifica delle norme sui collaboratori di giustizia alla distruzione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura). Veniamo ai folgorati sulla via di Damasco. Non può che far piacere che all’interno del PDL qualcuno cominci – dopo aver contribuito a smantellare democrazia e stato di diritto – a svegliarsi, ma attenzione. Siccome vi è un golpista capo del governo che massacra istituzioni e democrazia giorno dopo giorno, è sufficiente non essere un eversore, ritoccare leggi vergogna, utilizzare frasi di buon senso, per ergersi a nuovi paladini della legalità? Troppo poco. Se davvero i finiani hanno a cuore legalità, sicurezza e giustizia non votino la legge bavaglio. E’ un provvedimento che favorisce criminali, amplifica violazioni della privacy e agevola fughe di notizie. Legittimo è il sospetto che la legge la vogliono in tanti (c’è il precedente del disegno di legge dell’ex Ministro Mastella, altro paladino della legalità) con la differenza che Berlusconi si assume la responsabilità politica di una legge che renderà l’Italia asilo politico dei delinquenti mentre gli altri (Fini in testa) appaiono come i salvatori della legalità, i nuovi paladini della questione morale.
Luigi De Magistris
Fonte: Unità