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giovedì, Dicembre 7, 2023
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Successo ieri sera per lo spettacolo di Loris Tormen nell’interpretazione di “Carmine Pascià”, il soldato nato buttero e morto beduino

Il giardinetto di Sottocastello a Belluno era gremito di pubblico ieri sera (lunedì 19) per il terzo appuntamento con “Leggerelesere – Incontri senza sipario nei cortili della città” delle Bretelle Lasche. Con l’incredibile storia tratta dal romanzo di Gian Antonio Stella “Carmine Pascià (che nacque buttero e morì beduino)” interpretata da Loris Tormen (nella foto). E’ la storia del soldato Carmine Iorio, analfabeta della piana del Sele, chiamato nel 1912 alla Campagna di Libia dal governo Giolitti, mentre le grandi potenze stavano oramai abbandonando le guerre d’espansione per gli imperi coloniali. Così Carmine, strappato alla sua terra e fresco di matrimonio, finisce a far la guerra in Libia, senza capirne le ragioni e per di più vittima delle angherie di un sergente. Per una sbornia si ritrova all’alba fuori dell’accampamento e quindi disertore. Catturato dai beduini deve scegliere tra la fucilazione dei commilitoni e la forca degli arabi. Capisce che non farà più ritorno a casa. Ma c’è un colpo di scena, la sua abilità di tiratore lo salva. Viene arruolato, cambia uniforme, cambia identità, diventa istruttore di tiro nella resistenza anti-italiana di Omar el-Mukhtar. Ora, nel nuovo esercito, è rispettato, si rifà una vita, si sposa ed ha due figli. Ma dopo alcuni anni viene riconosciuto e catturato dai soldati italiani. In un processo surreale viene condannato a morte come disertore. Ma prima di essere fucilato chiede del muezzin, anziché del prete. Perché solo così potrà essere un eroe per i suoi figli, anziché morire come un traditore. Lo spettacolo allude inevitabilmente a quanto succede oggi, con la “missione di pace” in Afghanistan, dove i nostri soldati altro non sono che truppe di occupazione di uno stato sovrano che non ha mai dichiarato guerra all’Italia, come allora la Libia. E dunque l’applauso scrosciante per Carmine disertore che sceglie il muezzin, altro non è che la “diserzione” della gente per le guerre d’occupazione pesantemente condizionate da interessi economici. Loris Tormen ha concluso la serata con un invito alla tolleranza, alla comprensione e all’approfondimento delle altre culture, e con un monito alla pericolosità della deriva razzista. Ed ha rinnovato la sua proposta all’Amministrazione comunale di recuperare l’area dei giardini di Sottocastello, che potrebbe diventare un palcoscenico estivo, oltre che un parco panoramico con le panchine…

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