Esprimiamo la nostra solidarietà a quanti hanno manifestato il 1 luglio contro la “legge bavaglio”. Con la legge in corso di approvazione, che ha già ottenuto il voto di fiducia al Senato con il contributo della lega, le intercettazioni sono rese più pesanti e tali da compromettere l’efficacia della lotta alla criminalità e viene leso il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.
La privacy è uno dei pilastri del diritto e della convivenza civile, ma la “legge bavaglio” non difende la riservatezza del cittadino, ma difende la privacy degli affari o malaffari della nostra classe dirigente.
Se queste norme fossero già state in vigore, i cittadini non avrebbero saputo nulla in merito agli scandali della protezione civile, della Parmalat, dei “pizzini” di Provenzano, degli orrori della clinica Santa Rita di Milano, delle telefonate di Berlusconi per la chiusura di programmi RAI durante le elezioni e dei reati che coinvolgono oggi importanti uomini di governo.
Impunità e allergia alla cultura del controllo, esercitato da istituzioni e da mezzi d’informazione, in Italia sono piuttosto radicate. Non è un caso che si moltiplichino in Europa le condanne della legge italiana sulle intercettazioni (appello dei liberal-democratici del Parlamento europeo, firmato da Guy Verhofstadt, appello dell’Osce e di Reporter senza frontiere).
Le innumerevoli leggi varate a protezione di singole persone o gruppi di persone a scapito delle istituzioni, è uno dei più grandi mali del nostro paese.
Se questa legge passerà, apparentemente il regime democratico resterebbe al suo posto, ma tra un voto e l’altro verrebbero a mancare gli strumenti per vigilare sull’operato dei governanti. La democrazia verrebbe sconnessa dalla legalità: la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi, grandi amici di Berlusconi, confermano che senza libertà di parola e senza una reale autorità della legge, viene meno il controllo, e che senza controllo proliferano gli affaristi e i mafiosi.
Le misure di austerità, inevitabili e necessarie, sono irrealizzabili senza una democrazia funzionante e una classe politica incorrotta.
Ma nel parlamento italiano abbiamo il 10% di inquisiti (senza contare il nuovo ministro nostrano). Inoltre i nostri parlamentari percepiscono uno stipendio maggiore del doppio della media dei parlamentari di Spagna, Germania e Francia.
Alla faccia della privacy, nel pacchetto di legge sulle intercettazioni è stato inserito un emendamento (1707) firmato alcuni senatori di Pdl e Lega che proponeva l’abolizione dell’obbligo di arresto in flagranza, nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se di “lieve entità”. Per altro senza specificare come sia possibile una violenza sessuale di “lieve entità” nei confronti di un bambino.
Abolire l’impunità e restituire credibilità allo Stato sono componenti essenziali sia della democrazia, sia della prosperità, ma la strada intrapresa da questo governo sta andando esattamente nella direzione opposta.
Francesco Masut
Circolo PD di Cavarzano