Creare un collegamento tra l’operatore edile e il collaboratore restauratore dei beni culturali in un unico percorso di studi che dia l’opportunità di uno sbocco altamente specializzato. Questa la filiera proposta in occasione del convegno di venerdì scorso “Operatore addetto al recupero ed al restauro edile: una specializzazione da valorizzare” promosso ed organizzato dal Centro di Formazione Maestranze Edili di Mel presso la Sala degli stemmi di Feltre in occasione dell’apertura della Mostra dell’artigianato. Un evento che ha visto la partecipazione di tutti gli enti coinvolti in una progettualità che vuole creare una forte sinergia tra mondo della scuola e realtà economiche del territorio. Presenti al convegno i rappresentanti di Cariverona, Unione Artigiani, A.p.p.i.a. Cna, Cgil, Cisl e Uil, delle scuole edili di Vicenza e Verona, di Assindustria e del consiglio amministrativo del Centro edile di Mel. Ad accogliere le istanze promosse dal progetto il dottor Romano Santo della Direzione Formazione Regione Veneto. Il dottor Romano Santo ha visto la proposta bellunese come un valido unicum nell’ambito regionale volto a rafforzare l’offerta formativa di qualità e ad intessere una rete didattica e di aggiornamento tra tutte le realtà formative venete collegate all’edilizia ed al restauro. Nel progetto l’idea di far sì che gli allievi dopo la terza media possano frequentare i tre anni di operatore edile, il corso di operatore addetto al recupero e restauro edile già attivo dopo il triennale, per proseguire infine con il corso di alta specializzazione per la formazione della figura di collaboratore restauratore dei beni culturali, percorso attivato in fase di sperimentazione finora per allievi che abbiano conseguito il quinto anno di studi. Promuovere e rendere reale una filiera simile significherebbe creare un nuovo percorso altamente specifico e volto ad aprire futuri sbocchi lavorativi. Nei diversi interventi è infatti stato sottolineato come il settore del recupero e restauro sia una chiave di volta per implementare le possibilità di crescita occupazionale nel bellunese. Durante il convegno sono stati inoltre esplicati dai docenti i metodi didattici volti a creare una forte relazione interdisciplinare indirizzata a potenziare le competenze degli allievi e ad intessere un sempre più intenso dialogo con il territorio perché gli alunni siano guidati a saper individuare e valorizzare i paesi locali ed essere in grado di interpretare le opportunità e creare nuove realtà lavorative.