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Festa per il 236mo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza

In occasione della ricorrenza della fondazione della Guardia di Finanza, il Generale di Brigata Mario D’Alonzo (nella foto), Comandante Regionale del Veneto, ha tracciato il bilancio dell’attività svolta dalle Fiamme Gialle nei primi mesi del 2010, illustrando gli obiettivi del Corpo, chiamato con sempre maggiore impegno ad operare contro i fenomeni di evasione e di elusione fiscale. La Guardia di Finanza ha potenziato qualitativamente l’azione di controllo del territorio, in particolare per contrastare le frodi fiscali, il sommerso d’azienda e di lavoro, la contraffazione ed i traffici illeciti in genere, a tutela dei consumatori, del corretto funzionamento del mercato e del sistema produttivo.

PREMESSA
Di rilievo, i risultati conseguiti da gennaio a maggio del 2010.
E’ stata scoperta, infatti, l’evasione di oltre 270 milioni di euro di I.V.A.  Ancora più evidente il fenomeno sotto il profilo delle imposte dirette, tant’è che è stata constatata la mancata dichiarazione di redditi da sottoporre a tassazione per oltre 1,3 miliardi di euro.
E ancora, si evidenzia l’individuazione di 338 evasori totali, soggetti, cioè, completamente sconosciuti al Fisco, che hanno sottratto all’imposizione ben 457 milioni di euro ed evaso I.V.A. per 67 milioni.
Il dato è inquietante poiché, nel 2009, ne furono scoperti 237, con un aumento percentuale, nei primi 5 mesi del 2010, del 42%.  Gli evasori paratotali (coloro che hanno evaso redditi superiori ad oltre il 50% di quanto dichiarato) sono invece 59 (più 5% rispetto al 2009), con una base imponibile sottratta al Fisco di 140 milioni di euro e 56 milioni di euro di I.V.A. evasa.
Anche sul versante “sommerso da lavoro” l’iniziativa del Corpo ha prodotto i suoi effetti. Sono stati scoperti, infatti, 839 lavoratori “in nero” e 372 lavoratori irregolari.
Per quanto riguarda, infine, le prospettive per il secondo semestre, le Fiamme Gialle del Veneto dovranno garantire l’esecuzione di 3.128 verifiche e 43.491 controlli strumentali (controlli su strada, scontrini e ricevute fiscali e controlli indicativi di capacità contributiva).

Frodi IVA
Sempre alto rimane il livello di pericolosità delle frodi fiscali per emissione o utilizzo di fatture false; le indagini concluse hanno portato all’accertamento di 411 violazioni (più 21,5%) e alla denuncia di 349 persone (più 2%). I reparti della regione hanno fatto proprie le linee strategiche dettate dal Comandante Regionale, supportati in questo da collaudate modalità ispettive e dall’introduzione di strumenti giuridici sempre più raffinati, che consentono di arginare le forme più gravi di evasione, dannose non solo per le casse dell’Erario, ma per l’economia nella sua interezza, poiché rappresentano un elemento di forte distorsione delle regole del mercato. Le indagini più rilevanti che hanno impegnato le Fiamme Gialle sono relative alle cosiddette frodi “carosello”, realizzate mediante il ricorso a società “cartiere”, caratterizzate da un brevissimo ciclo vitale e deputate all’emissione di false fatture per la vendita di merci in sospensione d’imposta (provenienti da Paesi comunitari e da San Marino o estratte da “depositi fiscali”), poi rivendute ai reali beneficiari della frode. Tali transazioni si realizzano con l’applicazione dell’IVA  da parte della “cartiera”, che non provvede al relativo versamento per volumi d’affari milionari. I settori merceologici storicamente più colpiti da tale tipologia di evasione sono il commercio di autovetture, di prodotti informatici e di telefonia.
Recenti esperienze operative hanno, tuttavia, permesso di scoprire come tali pratiche illecite si stiano estendendo anche ad altri settori. E’ il caso di un’indagine condotta da militari della provincia di Venezia (“operazione Hevea Brasiliensis”), che sono venuti a capo di una vasta organizzazione, ramificata nel nord Italia, operante nel settore delle materie (prime) plastiche, resasi responsabile di un’ingente evasione di IVA, pari a 32 milioni di euro, e di sottrazione a tassazione di un imponibile di 215 milioni di euro.
Altro esempio è fornito dai reparti del vicentino (operazione “Dirty Leather”), che hanno fatto luce su un ragguardevole “carosello”, con ricorso diffuso alle fatturazioni fittizie nel settore conciario. L’attività ha riguardato oltre 90 aziende,  126 soggetti, alcuni dei quali destinatari di misura cautelari e si è conclusa con il recupero a tassazione di imponibile per oltre 400 milioni di euro, IVA per 93 milioni di euro ed il sequestro preventivo di beni mobili e disponibilità finanziarie. In relazione a quest’ultima indagine, si è aperto un nuovo fronte (“Dirty Leather 2”) che, al termine di diversi interventi ispettivi, ha fatto emergere ulteriori 290 milioni di euro di imponibile sfuggito a tassazione ed IVA evasa per circa 60 milioni di euro, oltre a trasferimenti di denaro contante (superiori alla previgente soglia dei 12.500 euro), per complessivi 40 milioni di euro, realizzati in dispregio della normativa antiriciclaggio. Sinora sono state coinvolte 47 società, denunciate 67 persone all’Autorità Giudiziaria per reati fiscali e riciclaggio (delle quali 13 tratte in arresto) e sequestrati beni per oltre 4,5 milioni di euro. Queste sono solo alcune delle attività in corso che danno la misura dell’insidiosità e del livello di propagazione delle frodi fiscali. Complice la crisi finanziaria ed economica, tali fenomeni rappresentano un’illecita opportunità per gli evasori intenti ad acquisire rilevanti quote di mercato, avvalendosi di sistemi di concorrenza sleale, a spese del bilancio dello Stato e dell’Unione Europea ed in danno degli operatori onesti. In proposito, l’Autorità di Governo, in tempi recenti, ha introdotto una serie di misure di contrasto alle frodi IVA, dotando gli organismi di vigilanza di strumenti più efficaci. Con la “manovra finanziaria”, varata con decreto legge del maggio scorso, sono state previste alcune misure “ritagliate” sulle società “fantasma” (c.d. “apri e chiudi”), che vengono istituite e poi cessano l’attività nel giro di un anno e, solitamente, con intenti fraudolenti. Ebbene, il decreto prevede un’intensificazione dei controlli nei loro confronti ad opera della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, per contrastare il fenomeno delle frodi all’interno dell’Unione Europea, lo stesso decreto prevede il rilascio di preventiva autorizzazione, da parte dell’Amministrazione finanziaria, per l’operatore che intende effettuare operazioni intracomunitarie e l’inserimento in una banca dati di tutti i soggetti IVA che effettuano tale tipologia di transazioni.

Evasione fiscale internazionale
Importanti i dati delle operazioni a contrasto dell’evasione fiscale internazionale. Infatti, sono stati recuperati al Fisco oltre 231 milioni di euro, derivanti da controlli svolti nei confronti di soggetti economici “fittiziamente” residenti nei c.d. “paradisi fiscali”. In tale ambito, sino ad oggi, sono stati condotti 15 interventi: a Verona, Venezia e Belluno quelli di maggior rilievo. In un caso, al termine di una verifica fiscale è stata “ricondotta”  in Italia una holding finanziaria allocata in Lussemburgo, che ha sottratto a tassazione imponibili per circa 190 milioni di euro, omettendo la presentazione della dichiarazione fiscale; il soggetto economico è risultato “esterovestito”, in quanto la compagine sociale, in realtà, è italiana e le scelte decisionali sono state operate sul territorio nazionale. Si è conclusa da pochi giorni, invece, l’attività di indagine relativa ad un gruppo armatoriale (“operazione Triangolo delle Bermuda”), che ha fatto ricorso ad una complessa ristrutturazione societaria, tesa a “spogliare” dei propri beni alcune società italiane, gravate da ingenti debiti tributari, in favore di altre società compiacenti estere, ubicate in “paradisi fiscali” (Madeira, Marshall Islands, Panama e Isole Vergini Britanniche). Gli accertamenti esperiti hanno reso evidente l’effettiva sede in Italia del centro decisionale nonché l’esistenza di prestanome svizzeri e lussemburghesi, titolari fittizi di partecipazioni di controllo delle aziende e di conti correnti in banche estere. Sulla base della ricostruzione operata e attraverso l’esame di complesse operazioni negoziali, i militari del Corpo hanno sottoposto a verifica 9 soggetti giuridici – tutti esterovestiti – che non hanno assolto i prescritti adempimenti fiscali, omettendo di dichiarare ben oltre 56 milioni di euro.
Non di secondo momento è l’attività che ha interessato i soggetti residenti in Veneto, detentori di capitali in “paradisi fiscali”, non dichiarati al Fisco (norme sul “monitoraggio fiscale”). Il decreto “anticrisi” del 2009 ha inasprito notevolmente le sanzioni per le irregolarità riscontrate in materia ed ha introdotto una presunzione legale in base alla quale i capitali detenuti in Paesi a regime fiscale privilegiato – in violazione degli obblighi dichiarativi – sono da considerare (salvo prova contraria) costituiti con redditi sottratti a tassazione.
Ciò significa che ogni qual volta che i reparti abbiano cognizione di tracce di trasferimenti di denaro, titoli e valori in un Paese “black list” scatta l’interesse operativo a controllare la posizione degli intestatari delle attività finanziarie, con possibilità di procedere a constatazione degli elementi positivi di reddito, in misura pari ai capitali non dichiarati.
I soggetti verbalizzati per violazioni alla normativa valutaria sono in totale 337 e il 10% di questi ha omesso di dichiarare investimenti all’estero o attività estere di natura finanziaria.

Controllo economico del territorio
In attuazione del piano straordinario di controlli (triennale), previsto con il decreto legge n. 112/2008, anche per quest’anno, il Corpo è stato chiamato a condurre una serie di “controlli indicativi di capacità contributiva”, da espletare nei confronti di soggetti che manifestano una “capacità di spesa” elevata, rispetto al contenuto delle dichiarazioni fiscali.
Si tratta di un’attività svolta sul territorio ed a mare, per individuare “sacche di evasione”, attraverso il rilevamento del possesso di autovetture di lusso, imbarcazioni da diporto, aeromobili, campers, motocicli, roulottes, residenze principali e secondarie, collaboratori familiari, cavalli da corsa, assicurazioni.
Un’eventuale incoerenza tra i dati acquisiti e i redditi dichiarati determinerà, in presenza di taluni presupposti, l’avvio di verifiche fiscali, al termine delle quali sarà possibile ricostruire la reale situazione reddituale dei contribuenti.
Gli interventi della specie programmati per il Veneto  sono 2.588.
Con la “manovra finanziaria”, sono state gettate le basi per un restyling del “redditometro”, per adeguarlo ai cambiamenti socio-economici, tenendo in considerazione anche la composizione del nucleo familiare e l’area geografica di provenienza.
Contigua a quella in rassegna è l’attività svolta per verificare la regolarità delle prestazioni sociali agevolate, ossia gli aiuti economici ed i servizi sociali che spettano ai cittadini, tenuto conto della loro condizione economica e sociale. Al fine di conferire maggiore incisività a tali controlli, sono stati stipulati numerosi protocolli d’intesa con vari enti ed organismi che erogano tali prestazioni, per assicurare lo scambio informativo sul conto dei soggetti beneficiari. Ciò con l’intento di impedire l’indebita fruizione di servizi, assicurando così il contenimento della spesa pubblica e la scoperta di “finti poveri”, da porre sotto la lente per il profilo fiscale.
Attualmente, sono 162 i protocolli siglati nella regione e gli interventi ispettivi effettuati sono stati 440.
In prospettiva, la collaborazione verrà intensificata alla luce della previsione recata dalla “manovra finanziaria”, circa la partecipazione dei comuni nella lotta all’evasione, mediante l’inoltro di segnalazioni – anche alla Guardia di Finanza – di elementi utili ad integrare i dati contenuti nelle dichiarazioni presentate dai contribuenti, per la determinazione di maggiori imponibili fiscali e contributivi.

ALTRE ATTIVITÀ DI POLIZIA ECONOMICO – FINANZIARIA E CONTRASTO AI TRAFFICI ILLECITI

Contrasto al contrabbando di tabacchi lavorati esteri e vigilanza sui prodotti sottoposti ad accisa
Nel corso dell’anno, sono state sequestrate oltre 15 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando e sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 32 soggetti, 9 dei quali tratti in arresto.
Per quanto riguarda la vigilanza sui prodotti energetici sottoposti ad accisa (carburanti, energia elettrica, lubrificanti, alcoli, gas), sono stati conclusi 134 interventi, con la constatazione dell’evasione di tributi per oltre 2 milioni di euro. I reparti del Comando Regionale Veneto hanno sequestrato 4 milioni di chilogrammi di prodotti illegalmente introdotti nel territorio dello Stato, per i quali non è stata assolta l’imposta relativa.

Contrasto al traffico di sostanze stupefacenti
Sul fronte della lotta al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti sono stati realizzati importanti risultati. Le operazioni concluse hanno portato al sequestro di 62  kg di hashish e marijuana (più 67%), di 10  kg di cocaina (più 53%), di 1 kg di eroina, di 9 automezzi ed all’arresto di  80 tra spacciatori e trafficanti.

Polizia giudiziaria, reati economici e contraffazione
Ha subìto un deciso incremento pure l’attività di polizia giudiziaria svolta in materia di reati fallimentari e societari poiché sono stati denunciati 136 soggetti (più 23 %).
Nel comparto della tutela dei marchi e della sicurezza dei prodotti, sono stati condotti 619 interventi, all’esito dei quali sono state denunciate complessivamente 279 persone, con sequestri per 5 milioni di prodotti; il dato corrisponde al 10 % dei beni sequestrati su tutto il territorio nazionale.
L’attività dei finanzieri del Veneto ha mostrato particolare sensibilità per quei prodotti contraffatti che rappresentano un serio rischio per la salute umana, come gli alimenti ed i cosmetici. Sono da ricordare, in proposito, recenti risvolti operativi dei comandi alle sedi di Venezia (operazione “Natale senza trucco”) e Verona (operazione “Body care”), che hanno fornito una coerente risposta all’espansione del mercato dei beni falsi e nocivi, anche avvalendosi degli strumenti investigativi introdotti con la legge n. 99 del 2009 (consegne controllate, acquisti simulati, operazioni sotto copertura anche sulla rete internet).
Con il determinante contributo dell’azione della componente Aeronavale del Corpo, sono state condotte 214 operazioni in materia di polizia ambientale (22 soggetti verbalizzati e 16.500 metri quadrati di terreni sequestrati, adibiti a discarica non autorizzata) e di contrasto alla pesca abusiva nelle acque delle Laguna (con il sequestro di “pescato” per oltre 3 tonnellate).
Una menzione particolare merita anche l’attività svolta dai militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (di stanza a Cortina d’Ampezzo e ad Auronzo di Cadore), che si sono prodotti in 66 interventi di soccorso, traendo in salvo 69 persone.

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