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I Comuni Capoluogo oggi a Verona

Marco Da Rin Zanco assessore
Marco Da Rin Zanco assessore

Oggi a Verona, ospiti del Sindaco Flavio Tosi, alle 11.15 si riuniranno i Sindaci dei Comuni  Capoluogo della Regione Veneto.Il Comune di Belluno sarà rappresentato dall’assessore Marco da Rin Zanco. I Comuni Capoluogo, con questa riunione, vogliono esprimere le loro valutazioni ed eventualmente fare proposte sulla manovra contenuta nel D.L. 78/2010, anche alla luce del documento unitario dell’Anci.

Documento unitario del Comitato direttivo dell’Anci riunitosi a Roma il 17 giugno 2010

1.I Comuni  lanciano un grido di allarme per gli effetti che le misure contenute nel decreto legge avranno sul livello dei servizi erogati ai cittadini e sugli investimenti in infrastrutture del Paese. Alle ripercussioni negative prodotte dalle norme della manovra si aggiungeranno quelle che si manifesteranno a seguito dei tagli che le Regioni saranno costrette a realizzare. Assistenza, asili nido, trasporto pubblico, scuola, ambiente, infrastrutture per la mobilità, sono i settori che più di altri saranno colpiti e con essi i cittadini  e soggetti sociali ed economici che fanno riferimento a queste funzioni fondamentali dei Comuni italiani.
2.Nonostante i Comuni italiani abbiano dato il miglior contributo al processo di risanamento dei conti pubblici, come attestato dalle Istituzioni di controllo e ripetutamente e di recente dalla Corte dei Conti, ribadiscono la volontà di partecipare attivamente al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica della Repubblica Italiana.
3.I pesi della manovra però non premiano lo sforzo di virtuosità operato dal Comparto dei Comuni nell’ultimo triennio. La manovra ammonta a circa 25 miliardi, di cui 10 mld di maggiori entrate stimate e 15 mld di  riduzione di spesa: di questa circa il 30% è a carico dello Stato e Previdenza in pari quota e il restante il 70% a carico delle autonomie territoriali.
4.Ritengono che la manovra sia stata adottata contravvenendo al principio di leale collaborazione e contraddicendo i risultati quantitativi e qualitativi a cui si era pervenuti nel lavoro preparatorio della stessa.
5.Segnalano che il Decreto Legge è stato emanato in violazione della procedura prevista dalla recente legge di contabilità pubblica (196/09) e senza nessuna coerenza con la legge sul federalismo fiscale (42/09).
6.La diminuzione della forza dei Comuni nei territori avrà un ulteriore effetto negativo sulla ricchezza prodotta con conseguenze pesanti sulla crescita del Paese.
7.Nel merito sottolineano che i dati ISTAT evidenziano ancora una volta che (rispetto al peggioramento del deficit della PA osservato nel 2008 di quasi 20 miliardi di euro rispetto al 2007) il deficit dei Comuni si sia ridotto di oltre 1,2 miliardi di euro. Per il 2009 alla stima di ulteriore deterioramento del saldo della PA di oltre 38 miliardi di euro contenuto nella RUEF, si contrappone un miglioramento del saldo dei Comuni stimato da IFEL in circa 1200 milioni di euro. Il dato conferma inequivocabilmente un trend di lungo periodo: tra il 2004 ed il 2008 i soli Comuni contribuiscono al miglioramento dei saldi per 2 miliardi e 500 milioni, mentre la Pubblica Amministrazione peggiora il saldo di 5 miliardi e 500 milioni; nello stesso periodo i Comuni registrano una contrazione di 2 decimi della spesa complessiva mentre la spesa della PA è aumentata di 1,2% del PIL.
8.I Comuni sottolineano che – ferma restando la costante caduta delle entrate causata dal blocco dell’autonomia finanziaria e dall’eliminazione dell’ICI sulla abitazione principale – per rispettare i vincoli imposti dal patto di stabilità sono costretti nel triennio 2009-2011 a ridurre la spesa totale di circa il 9%. A questa situazione emergenziale il decreto legge n.78  dispone un ulteriore miglioramento del saldo del comparto dei Comuni nel triennio 2011-2013 di 4 miliardi di euro. Per il solo 2011, oltre al miliardo e 800 milioni già richiesti, viene aggiunto un contributo di 1 miliardo e 500 milioni di taglio ai trasferimenti – il 14% delle risorse correnti . Per gli anni 2012 e 2013 il taglio dei trasferimenti sarà di 2 miliardi e mezzo di euro per ciascun anno.
9.Il contributo richiesto al Comparto per il risanamento dei conti pubblici se non viene corretto risulta  iniquo ed insostenibile.
10.Va infatti evidenziato che gli interventi di riduzione della spesa gravano per una parte molto consistente sui Comuni ed in misura molto maggiore rispetto a quello che è il peso della spesa comunale sul totale della spesa della PA.
11.E’ evidente che l’approvazione del Decreto Legge comporta una inaccettabile inversione di rotta rispetto al lavoro di attuazione del titolo V in materia di federalismo fiscale ed istituzionale, compromettendone il futuro.
12.La manovra tende a privilegiare interventi  di tipo orizzontale senza nessuna differenziazione fra i singoli enti, penalizzando in questo modo i Comuni virtuosi che in questi anni più di altri hanno sostenuto i saldi di finanza pubblica.
13.L’invasione ed ingerenza delle norme del Decreto nella sfera di autonomia organizzativa dei Comuni non può che essere avversata e sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale attraverso le procedure previste dall’ordinamento vigente.
14.I Comuni chiedono che il contenuto del decreto legge sia profondamente modificato attraverso un confronto urgente con il Governo e con il  Parlamento.

IN PARTICOLARE RITENGONO INDISPENSABILE
1.Il rispetto degli impegni assunti dal Governo per il 2010 attraverso lo sblocco dei residui passivi e il parziale riconoscimento dei crediti vantati dai Comuni nei confronti dello Stato (ICI, costi della politica, riduzione del fondo sociale, ecc.).
2.La riduzione significativa della manovra posta a carico del Comparto Comuni almeno  nella percentuale presentata dal Governo prima della pubblicazione del DL, in modo da garantire l’equilibrio tra i vari comparti comuni della pubblica amministrazione centrale
3.La modifica delle regole del Patto di stabilità interno per consentire ai  Comuni di raggiungere il pareggio del saldo finanziario così da poter mantenere il livello di servizi pubblici e di sostenere la spesa per investimenti per quei Comuni che hanno risorse a disposizione e la possibilità di modificare queste regole ed obiettivi con accordi in sede regionale.
4.La immediata revisione del sistema delle entrate comunali sulla base di criteri di virtuosità e della progressiva attuazione dei costi standard, per consentire di poter contare su risorse stabili e autonome senza incrementare la pressione fiscale. In questo senso chiedono la immediata calendarizzazione della discussione sul disegno di legge sul riordino della fiscalità locale.
5.Semplificare, efficientare e rendere concreta la partecipazione dei comuni nell’accertamento tributario e contributivo con una quota non inferiore al 50% del maggior gettito di tributi erariali e sanzioni civili per mancato versamento di contributi.
6.Lo sblocco limitato dell’utilizzo dei residui passivi almeno nella misura adottata nel 2009 per consentire i pagamenti alle imprese di una parte delle opere infrastrutturali già realizzate.
7.L’eliminazione delle norme ordinamentali ed invasive dell’autonomia dei Comuni.
8.Una disciplina coerente in materia di catasto che riconosca ai Comuni un ruolo centrale ed autonomo e non quello di amministrazione indiretta dell’Agenzia, in linea con il riconoscimento dell’autonomia impositiva.
9.L’esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese relative all’utilizzo di fonti rinnovabili, delle spese sostenute per interventi relativi all’edilizia scolastica e per la sicurezza urbana.
10.La definizione del quadro normativo di riferimento a seguito del riconoscimento della natura tributaria della TIA derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 24 luglio 2009.
11.L’estensione anche al triennio 2010- 2012 della norma contenuta nella legge finanziaria 2007 sull’utilizzo dei proventi derivanti dalle concessioni edilizie (Oneri di urbanizzazione).

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