
L’Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale del Vaticano, non ha trovato nulla di meglio da fare che celebrare la morte del Premio Nobel Josè Saramago attaccandolo. Con la delicatezza di un elefante in una cristalleria, e con la stessa arroganza di chi ritiene di avere sempre la verità in pugno. Come quando la Suprema sacra congregazione del Sant’Uffizio nel 1615 il denunziò il grande scienziato, matematico e filosofo Galileo Galilei per aver sostenuto la teoria copernicana, eliocentrica, del Sole al centro, contraddicendo così la Chiesa, che all’epoca riteneva invece la Terra immobile al centro dell’universo! L’attacco a Saramago, che oggi non può difendersi, è l’ennesimo episodio grottesco che risponde alla strategia di attaccare chi ha idee diverse dalle proprie. Saramago, per l’Osservatore Romano sarebbe colpevole in quanto “si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell’inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle “purghe”, dei genocidi”. E allora? Quanti scrittori e giornalisti ci sono che non hanno mai avuto occasione di scrivere una riga sui Gulag? Meglio avrebbe fatto l’Osservatore Romano ad astenersi dalle critiche a Saramago il giorno dopo la sua morte. Considerato anche il pesante armadio della vergogna della pedofilia che affligge la Chiesa, incapace oggi di celarne il contenuto come ha fatto per secoli!