Siamo rimasti per l’ennesima volta basiti di fronte al comportamento del sindaco di Limana, Mario Favero, in merito alla mancata apertura dei 10 posti, perfettamente agibili e accreditabili, della nuova ala della Centro servizi per l’anziano. Davvero non capiamo cosa spinga il sindaco a voler negare l’evidenza, ovvero il fatto che la volontà politica di non rendere disponibili quei posti abbia recato danno non solo alle persone che da molto tempo sono in lista d’attesa , ma anche alla struttura stessa, grazie al mancato presidio dell’ala, che ha permesso ad una tutto sommato innocua perdita d’acqua di causare danni molto consistenti a causa del liquido ristagnato nei locali. Sarebbe bastato, giova ricordarlo, continuare a operare per stralci funzionali, come si fa per moltissime opere pubbliche, garantendo l’apertura dei 10 posti e contemporaneamente lavorando al completamento dei rimanenti piani. Non averlo fatto, oltre ai danni già esposti, fa sì che, tra termine dei lavori e i necessari collaudi e permessi, passi almeno un altro anno. Così noi limanesi avremo perso due anni di servizi ai nostri anziani e alle loro famiglie e il Comune due anni di entrate. Il sindaco, conscio di averla combinata grossa, non ha trovato soluzione migliore che cercare di nascondere l’accaduto ai cittadini. Ne è dimostrazione lampante l’inaccettabile ordine censorio di rimuovere i manifesti di “Insieme per Limana” dalle bacheche comunali. Un ordine palesemente antidemocratico e che dimostra come all’attuale amministrazione manchino risposte sensate alle domande che noi e i cittadini poniamo loro. Nascondere, vietare, accusare. Sono queste le tre parole d’ordine adottate dalla giunta comunale per coprire i propri evidenti errori. Arrivare a negare l’accesso al Centro servizi per l’anziano a due ex sindaci (Renato De Fanti ed Elvi Sommacal), ovvero i due principali artefici della realizzazione di una struttura invidiataci da molti, è un atto gravissimo e che va contro qualsiasi normale regola di confronto democratico. Come è di pessimo gusto utilizzare i problemi di salute avuti da Elvi Sommacal (tra l’altro emersi nella loro gravità solo alla fine della campagna elettorale e non prima) per accusarlo di aver voluto lasciare la vita politica solo dopo la sconfitta elettorale. Un attacco ingiustificabile e una clamorosa caduta di stile che mai ci saremmo aspettati da una persona dipinta come “un gentiluomo d’altri tempi” .
Valentina Scot
Moreno Gioli