C’è un intervento del senatore Gianvittore Vaccari sulla questione del referendum per rendere pubblica la gestione dell’acqua. “Riscontro nei giornali di questi giorni una generale confusione sul tema della gestione dell’acqua pubblica o privata – afferma Vaccari – è un tema molto delicato e di interesse collettivo che merita la dovuta chiarezza affinché i cittadini, se correttamente informati, possano decidere serenamente ed autonomamente se sostenere o meno l’azione referendaria promossa dal comitato Acqua Bene Comune. Intervengo in particolare sul quesito referendario n. 3 che propone l’abrogazione dell’art. 154 del D.Lgs 152/06 limitatamente all’adeguatezza della remunerazione del capitale investito. Il metodo tariffario, contrariamente a quanto sostenuto dal Comitato, riconosce tra i costi solo i costi operativi mentre gli altri aspetti, finanziari e tributari, sono ricompresi nella remunerazione del capitale investito. Il quesito referendario n. 3 , che mira a eliminare la voce del capitale investito, incide pesantemente sull’accesso nel servizio idrico al sistema creditizio anche in una forma di gestione di tipo pubblico. Il mio intervento, quindi, è proprio a difesa della necessità di vedere che almeno la nostra provincia sviluppi un confronto su fatti concreti e riesca a elaborare soluzioni che le troppo facili spinte emotive rischiano di pregiudicare. Per porre a confronto l’alternativa tra un ritorno ad una gestione completamente pubblica ed altri modelli non c’è bisogno di mancare di rispetto ai cittadini con informazioni fuorvianti, insostenibili e tecnicamente scorrette. Devo, comunque, ricordare che storicamente i modelli scelti da questa provincia e dai Comuni bellunesi sono sempre stati efficacemente improntati al mantenimento dei servizi a rete nelle mani degli enti istituzionali locali. La storia, quindi, dimostra che, senza tanti clamori, i bellunesi e i loro amministratori hanno saputo percorrere l’evoluzione dei servizi pubblici locali con scelte oculate. Da qui l’effettiva tutela del territorio e la consapevolezza che proprio le peculiarità delle zone di montagna siano il fondamento opportuno delle richieste di mantenimento dell’affidamento in house a Gestione Servizi Pubblici. In questi termini i Comuni hanno già deliberato nelle sedi opportune avviando un percorso che tutti auspichiamo possa avere esito positivo. Corriamo il rischio, con l’eliminazione della remunerazione in tariffa, di rendere impossibili la prosecuzione degli interventi di miglioramento del nostro servizio idrico provinciale. Su quest’ultimo argomento mi permetto una riflessione tecnica segnalando che una grandissima parte degli investimenti previsti riguarda la messa a norma degli impianti a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Rimanere fermi su questo versante, ed è il rischio reale, non è fare del bene ai cittadini, alla collettività e al territorio bellunese”.