«Luca Zaia non ha mai pronunciato quelle parole». Questo il commento a caldo a seguito della notizia riportata dalla stampa sulle presunte dichiarazioni del candidato alla presidenza della Regione Veneto, Luca Zaia, in merito ai Comuni separatisti che chiedono l’annessione ad altra regione. «Ho avuto modo di parlare direttamente con il Ministro all’Agricoltura e mi ha confermato di avere sostenuto un altro concetto: in qualità di possibile futuro rappresentante della Regione Veneto, egli farà di tutto perché le comunità che invocano di emigrare in un’altra Regione non abbiano più ragione di farlo, perché otterranno comunque quello che spetta loro». «Questo non significa bocciare la legittima richiesta di una comunità che chiede di poter scegliere da che parte stare – ha proseguito Bottacin – . Vuole anzi dire che nella prossima legislatura regionale si lavorerà perché anche tutto il territorio veneto possa godere di quei diritti che fino ad ora ci sono stati negati: parlo di potestà fiscale e legislativa, poteri che proprio il federalismo assicurerà». «Con l’appoggio di tutto il centro-destra, Zaia lavorerà per portare il Veneto ad essere la prima realtà federalista d’Italia – ha spiegato ancora il presidente – . Ricordo, inoltre, che – come Lega Nord – abbiamo sempre sostenuto, nei fatti e nelle sedi preposte, quei Comuni che chiedono di emigrare altrove, a seguito di una consultazione referendaria che abbia trovato favorevole la maggioranza della popolazione. Non altrettanto hanno fatto altri partiti».
«Al solito, una visione preconcetta di quanto detto dal candidato Governatore è stata totalmente falsata – ha concluso Bottacin – . Noi le idee le abbiamo chiare e lavoreremo, come abbiamo sempre fatto, per sostenerle e realizzarle». Ci permettiamo di osservare che per ora queste sono solo dichiarazioni d’intenti.
I fatti raccontano che l’ultimo treno per l’autonomia Belluno l’ha perso nel settembre del 2008, quando un emendamento della maggioranza (la stessa di cui fa parte Bottacin), ha fatto sparire la provincia dolomitica dall’art.16 bis dello statuto regionale. Ecco cosa scrisse il Gazzettino l’11.09.2008
“La provincia di Belluno sparisce dalla bozza dello Statuto regionale, la carta costituzionale della Regione Veneto dalla quale i bellunesi attendevano risposte alle annose richieste di specificità. Sparisce anche l’elenco delle competenze che la Regione avrebbe dovuto assegnare a Belluno unitamente alle risorse finanziarie per farvi fronte. La doccia fredda, che azzera un lavoro di persuasione durato anni e compiutosi in quel documento licenziato dagli Stati Generali bellunesi, è arrivata ieri in commissione con l’emendamento all’articolo 16 bis presentato dalla maggioranza. Al posto di “Belluno” compare la generica dicitura “montagna veneta”. Furente il consigliere Pd Guido Trento, che lo definisce l’ennesimo schiaffo ad una terra che, anche attraverso i referendum separatisti, da tempo suona le campane di un profondo malessere. Alle proteste si associa anche il Pne: «Finalmente è caduto il velo di ipocrisia che nascondeva i sedicenti autonomisti». Per il consigliere azzurro Dario Bond, non certo entusiasta, si tratta invece di una necessaria mediazione per evitare l’ostruzionismo delle altre Province venete contrarie a forme di autonomia per Belluno. L’aver tolto l’elenco delle competenze, invece, sarebbe solo un aggiustamento giuridico. Il male dell’emendamento, secondo Bond, sarebbe non prevedere una tempistica per l’emanazione della legge attuativa del 16 bis”.