“La concorrenza è il sale dell’economia, l’inganno ne è la rovina. Chi con eccessi di furbizia cerca di approfittare del lavoro altrui deve cambiare mestiere”. E’ categorico il vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato sulla questione “Rosecco”, un vino rosè da uvaggio Raboso e Prosecco dal nome assonante e fuorviante (soprattutto per il mercato di destinazione, quello britannico, che poco conosce del vino di territorio) che nulla ha a che fare con il Prosecco, spumante di punta italiano nel mondo. “Di più – ha aggiunto Manzato – sto verificando la possibilità di una costituzione di parte civile in appoggio ai produttori, mentre non escludo che ci siano anche estremi di danno erariale, visto l’impegno che sistema produttivo e mano pubblica stanno compiendo, in questa delicata fase, per far sapere ai consumatori di tutto il mondo le novità che dalla vendemmia 2009 hanno aperto la strada alla DOCG Conegliano Valdobbiadene e Asolo e alla DOC Prosecco, eliminando la produzione IGT”. “Non è la prima volta, purtroppo, che all’interno dello stesso mondo del vino si verificano vicende di questo genere – ha concluso il vicepresidente della Giunta veneta – che danneggiano tutti i produttori e l’immagine che il nostro vino si è faticosamente ma meritoriamente guadagnato nella considerazione mondiale. Il sequestro del prodotto è il minimo: sarebbe veramente opportuno che a questa gente venisse impedito di continuare ad operare nel settore”.