Il venerdì “grasso” dell’Agordino a Falcade, palazzetto dello sport. Finalmente è arrivato e una provincia, che alla prevendita ha risposto in massa, è pronta a dimenticare i problemi quotidiani per lasciarsi andare ad un paio d’ore di buone risate. Giuseppe Giacobazzi, l’artista romagnolo fatto conoscere al grande pubblico dalla trasmissione “Zelig”, sarà sul palco del polifunzionale in Valle del Biois alle 21.
Tutto è pronto, il grande palco, il parterre, le tribune. Gli organizzatori prevedono una sala gremita in ogni ordine di posti. Gli ultimi biglietti si potranno acquistare in prevendita fino alle 12 all’Ufficio Turistico di Falcade. dalle 13 al botteghino presso la struttura accanto all’Istituto Alberghiera servita da ampi parcheggi. Organizzazione di Radio Più, Scoppio Spettacoli, Comune di Falcade, Consorzio Tursitico Val Biois con la collaborazione della Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino, Ski Area Tre Valli-San Pellegrino, Bim Gestione Servizi. Ulteriori informazioni al 348 4767043.
LO SPETTACOLO “Una vita da paVura”
Quasi 20 anni di palchi, radio e tv, fino al trionfale approdo a Zelig: Giuseppe Giacobazzi si racconta a teatro. Nel suo spettacolo Giacobazzi prende in esame vicende di vita quotidiana con la sua mimica e il suo umorismo irripetibili, analizzando l’attualità italiana dai reality show ai rifiuti di Napoli. Ovviamente fondamentale, poi, è il rapporto con le donne: poterne fare a meno è assolutamente inconcepibile. I problemi cominciano fin da ragazzino col catalogo Postal Market e i primi traumi alla vista sono impossibili da dimenticare. Per conquistare la donna bisogna sempre dire di essere un imprenditore, usare paroloni globalizzati (meglio se in inglese), e soprattutto sempre pronto a pagare aperitivi e cene. La stessa donna…che poi, DOPO il matrimonio, il generale Rommel in confronto è un bignè ma che quando mette su quella vocina da Elisa di Rivombrosa ti ipnotizza e tu ti arrendi, ti lasci portare ovunque e compri, rigorosamente a rate,tutto. Eccoti in gita all’Ikea, o all’Ipercoop tra file alla cassa e carrelli sghembi , per non parlare del negozio etnico o di Mediashopping. Non manca infine l’ironia sempre affettuosa con cui Giacobazzi analizza gli stereotipi del romagnolo partendo dal look, un autentico must: sguardo ammaliante dietro gli irrinunciabili Ray-Ban, capelli leccati anche se assenti, catenona al collo con Crocifisso in scala 1:2. Perchè il romagnolo non pensa: fa e basta. Una vita da paura ci mostra un Giacobazzi nel pieno della maturità artistica: sempre travolgente, quasi saggio!