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Centralina in Val del Mis: il Parco replica alle critiche

La procedura seguita è stata corretta e la normativa applicata. Le osservazioni del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi sono state recepite nel progetto.

il presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi Guido De Zordo
il presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi Guido De Zordo

Nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa locale numerosi articoli relativi all’approvazione, da parte della Regione del Veneto, del progetto per realizzare una centralina idroelettrica in Val del Mis. Negli articoli viene chiamato in causa l’operato dell’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ingiustamente accusato di non aver fatto rispettare la normativa vigente di tutela ambientale. Si rendono quindi necessarie alcune precisazioni sulla vicenda. Innanzitutto viene contestato il fatto che l’opera sia realizzata da una società non legata al territorio. Va chiarito che su questo aspetto l’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi non ha alcuna competenza. Inoltre, in base alle attuali norme regionali, nazionali e comunitarie, non è possibile valutare le aziende in funzione della loro località di residenza. “Se fosse il consorzio BIM a realizzare l’opera – ha dichiarato il Presidente del Parco, Guido De Zordo – sarei ben contento. Ma il progetto è stato presentato, in accordo con le amministrazioni locali di Gosaldo e Sospirolo, da una società non bellunese”. Per quanto riguarda l’aspetto più rilevante, ovvero la presunta mancata applicazione delle norme ambientali all’interno del Parco, va precisato quanto segue. Ai sensi del Piano del Parco (approvato con Legge) le opere di derivazione idrica all’interno del territorio protetto non sono consentite. Per questo motivo il Direttore, che ha la competenza in materia, ha evidenziato l’impossibilità di rilasciare il nulla osta al progetto. Tuttavia l’articolo 16 “Prescrizioni per la tutela e il recupero ambientale”, delle norme di attuazione del vigente Piano del Parco, prevede che siano ammesse (“previa delibera del Consiglio Direttivo dell’Ente, formulata sulla base di una perizia tecnico-scientifica che attesti le caratteristiche paesaggistiche, floristiche, vegetazionali e faunistiche delle zone di presa e delle aree umide ad esse collegate, che dichiari gli effetti ambientali dell’intervento”) “modeste derivazioni idriche, da riservare esclusivamente agli apprestamenti che l’Ente Parco intenda favorire, promuovere, realizzare o destinare alle proprie finalità istituzionali”. Sulla base di tale articolo il Consiglio Direttivo del Parco, con Delibera n. 31 del 27.11.2008 ha ritenuto ammissibile la realizzazione dell’impianto idroelettrico e ha autorizzato il Direttore ad esprimere, presso la Commissione Regionale V.I.A. il parere favorevole dell’Ente Parco “a condizione che, per salvaguardare l’integrità ecosistemica del torrente nel tratto sotteso dall’impianto, l’opera di captazione sia dimensionata in modo di garantire il Deflusso Minimo Vitale aumentato del 50%”. L’impresa proponente ha adeguato il progetto alle osservazioni presentate dal Parco il quale, in data 29 giugno 2009, dopo l’approvazione della delibera da parte del Ministero dell’Ambiente, ha rilasciato il proprio nulla osta. “L’Ente Parco ha rispettato la normativa vigente e completato in modo corretto le procedure – ha dichiarato il Presidente De Zordo – e quanto riportato da alcuni giornali circa un presunto ritardo del Parco nella presentazione delle proprie osservazioni è inesatto. Il Parco ha infatti presentato le proprie osservazioni in tempo utile, queste sono state integralmente recepite e per questo motivo il Parco ha rilasciato il proprio Nulla Osta con parere favorevole”. Il ritardo cui fa riferimento la delibera di Giunta si riferisce esclusivamente alla trasmissione del nulla osta, ultimo atto dovuto di una procedura realizzata correttamente e nei tempi previsti. “Sono ben consapevole del fatto che l’acqua è una delle poche ricchezze del nostro territorio – ha dichiarato il Presidente De Zordo – per questo motivo sono fermamente contrario alla costruzione di dighe e allo sfruttamento indiscriminato dei nostri fiumi e torrenti. Vorrei però precisare che, nel caso dell’impianto previsto in Valle del Mis, viene prelevata dal torrente una ridotta quantità di acqua e, proprio grazie alle prescrizioni imposte dall’Ente Parco, sarà sempre garantita la presenza di una quantità di acqua nel Mis in grado di sostenere le comunità vegetali e animali che lo popolano. L’acqua viene restituita dopo un breve tratto in condotta al torrente e da qui finisce in … un lago artificiale! E’ evidente quindi, e le indagini condotte lo hanno dimostrato, che l’impianto progettato non avrà ripercussioni negative sull’ecosistema della Valle del Mis; per questo motivo il Consiglio Direttivo lo ha ritenuto ammissibile. Una precisazione va fatta anche sulla trasparenza dell’intera procedura, che non è stata fatta “in silenzio” come qualcuno ha detto, ma dando sempre la possibilità a tutti di conoscere l’iter della procedura e pubblicando sul sito internet del Parco gli atti relativi”. Per quanto riguarda il “peso” dell’Ente Parco in merito alla decisione regionale di approvare il progetto è bene specificare che la commissione V.I.A., che ha espresso parere favorevole sul progetto, era integrata, per questo specifico intervento, dai seguenti componenti: Sindaco di Gosaldo, Sindaco di Sospirolo, Genio Civile di Belluno, Direzione Regionale Difesa del Suolo, Direzione Regionale Urbanistica, Presidente della Provincia di Belluno, Dirigente Regionale Unità di progetto Energia, Dirigente Regionale della Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi, Dirigente del Distretto Bacino Idrografico Piave Livenza Sile, Dirigente Regionale della Direzione Foreste ed Economia Montana, Dirigente Regionale dell’Unità periferica Servizio Forestale Regionale di Belluno, Presidente della Comunità Montana Bellunese e Presidente dell’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

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