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Sul Fondo solidarietà le riserve restano le stesse. L’Unione Artigiani e Piccola Industria non ha cambiato idea: “quel “preferibilmente italiani” è e resta un inciso del tutto ingiustificato, ma con la Provincia bisogna riprendere il dialogo.”

Walter Capraro direttore Uapi
Walter Capraro direttore Uapi

Alle dichiarazioni rese ieri dal Presidente della Provincia circa una presunta spaccatura tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali e all’augurio che, sul fronte del fondo di solidarietà, tutti si mettano tranquilli replica il direttore dell’Unione Artigiani e Piccola Industria. “Innanzitutto – dice Walter Capraro – noi non facciamo “finte” polemiche sulla stampa, fingendo di condividere con altri una valutazione e poi scegliendo qualche altra strada, magari opportunistica. Il giudizio totalmente negativo su quel “preferibilmente italiani” introdotto d’imperio nel regolamento del fondo di solidarietà è confermato anche oggi, a prescindere da quanti non italiani possano essere stati sostenuti. C’era e c’è un problema di merito, ma c’era e c’è anche un problema di metodo, che è tuttora irrisolto, dato che da parecchie settimane stiamo tutti aspettando la riconvocazione del tavolo.” Ma allora come vanno lette le accuse che il segretario della Cisl Torresin ha lanciato alle associazioni imprenditoriali, che si sarebbero “tirate indietro” rispetto alla sua proposta di convogliare risorse e domande sul fondo della Caritas? “I sindacati hanno fatto una proposta di netta rottura con la Provincia – chiarisce Capraro – rispetto alla quale ci sono almeno due perplessità. La prima è che tutti avevamo optato per il fondo gestito dall’Amministrazione Provinciale perché l’unico istituzionale e laico, mentre il fondo diocesano, pur altrettanto meritorio, era fortemente legato al mondo cattolico al quale una parte dei lavoratori avrebbe forse avuto qualche difficoltà ad avvicinarsi. La seconda perplessità riguarda, invece, i rapporti con l’attuale governo provinciale, che noi riteniamo abbia sicuramente commesso un errore grave nell’imporre quel “preferibilmente italiani”, ma col quale siamo anche pienamente convinti sia interesse di tutti riaprire, al più presto, il filo della collaborazione.”Una posizione chiara, dunque, che non lascia molti margini di interpretazione a nessuno, né ai sindacati, né alla Provincia. “Al presidente Bottacin – conclude il direttore dell’Uapi – abbiamo ribadito ripetutamente la necessità e l’opportunità di riallacciare un rapporto corretto e rispettoso con le rappresentanze del mondo del lavoro e dell’impresa. Per altre situazioni, come ad esempio per le anticipazioni sulla cassa integrazione o per la modifica del regolamento sulla legge per le aree di confine, questo si sta verificando. Sul fondo di solidarietà credo, invece, che l’unica via di uscita sia cercare insieme una soluzione diversa e nuova rispetto a quella che ha provocato uno stallo dal quale è difficile per tutti uscire. E’ chiaro che molto dipende dalla volontà della Provincia di ricomporre il mosaico, ma siamo sicuri che alla fine prevarrà il senso di responsabilità.”

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