Raccolta degli animali selvatici trovati morti, segnalazione di quelli che presentano sintomi che possano far pensare alla rabbia e una campagna di vaccinazione orale per le volpi. Sono queste le misure predisposte dal gruppo di lavoro della Regione del Veneto per il contenimento dell’epidemia di rabbia silvestre che, dopo aver fatto la sua comparsi nel Friuli Venezia Giulia nell’ottobre dello scorso anno, sta ora interessano anche il Veneto. Tre sono fino a questo momento i casi riscontrati, tutti nel bellunese: un cane positivo per rabbia il 17 novembre nel comune di Lozzo di Cadore e di due volpi nel comune di Longarone e Forno di Zoldo il 19 novembre 2009. Il gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell’Unità di progetto di Sanità animale e Igiene alimentare e di quella di Caccia e Pesca della Regione del Veneto, delle aziende sanitarie 1 e 2 di Belluno, e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha convenuto sulla necessità di sensibilizzare le autorità competenti nella raccolta degli animali selvatici trovati morti e di segnalare quelli con eventuale sintomatologia anomala come strumento per raccogliere in tempi brevi maggiori informazioni sulla presenza dell’infezione nella popolazione selvatica del territorio regionale. E’ stato inoltre deciso di attivate le procedure necessarie per la programmazione delle campagne di vaccinazione orale delle volpi. Ulteriori misure sono allo studio in funzione dell’evoluzione della situazione epidemiologica della rabbia sul territorio regionale. La Regione del Veneto ha anche sollecitato una riunione, coordinata dal Ministero della Salute, con le altre Regioni e Province Autonome confinanti per concordare le misure sanitarie di rispettiva competenza.