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Oggi a Casera e a Forcella palantina ambientalisti e alpinisti contro il collegamento con Piancavallo

A Casera Palantina oggi sarà presente anche l’attore bellunese Sandro Buzzatti che leggerà brani tratti dalle opere di Dino Buzzati. Ecco le motivazioni degli organizzatori del ventiduesimo incontro a favore dell’intoccabilità della zona. “Diamo una mano al Cansiglio e alla sua Foresta, ancora una volta in  pericolo. Dopo i disastri già fatti dalla regione Friuli, anche il  Veneto ora vuole fare la sua parte e ha deciso, così ha promesso più di un assessore veneto , che si farà il  collegamento tra Pian Cavallo e  il Cansiglio- Alpago, attraverso  Forcella Palantina, con un grande impianto che potrebbe costare dai 25 ai 30  milioni di euro.
Fermiamo questa ulteriore follia! Fermiamo lo spreco di decine di milioni di euro, tutti o in buona parte di soldi pubblici! Nessuno di noi ambientalisti si opporrà agli investimenti fatti in Montagna, se  distribuiti equamente e servissero per dare l’avvio ad una politica   di conservazione e sviluppo sostenibile, non è accettabile invece  spendere ancora tante risorse pubbliche solo per lo sci da discesa. E in ogni caso, non è un problema solo di costi e anche se si trovassero sponsor privati, il discorso non cambia: quell’impianto è comunque inaccettabile poichè cambierebbe per sempre l’assetto naturalistico e paesaggistico del versante veneto del Monte Cavallo.
Da vent’anni le Associazioni ambientaliste del Veneto e del Friuli  si stanno impegnando per la difesa dell’Antica Foresta del  Cansiglio. Come non ricordare le prime azioni di informazione e   sensibilizzazione da parte del CAI già all’inizio degli anni 80, la   prima presenza in Val Salatis nel 1987, la marcia di 2000 persone  nel 1988, le macchine distrutte, le decine e decine di pneumatici   tagliati, le  300 multe, gli oltre 30 milioni di lire spesi in gran  parte dal WWF in una decennale causa legale per fermare l’iter di  approvazione degli impianti di collegamento? Finora ce l’abbiamo fatta a stoppare, almeno in Veneto, chi vede  nelle impattanti strutture dello sci da discesa l’unica via per lo  sviluppo della Montagna.  Invece  la regione Friuli, negli anni scorsi,   ha continuato imperterrita a investire, tramite la finanziaria  a maggioranza pubblica PROMOTUR, cifre  enormi per il turismo invernale fino all’ultimo stanziamento di 200  milioni di euro ( triennio 2007/2009) per i  suoi poli turistici invernali  dei quali ben  17 milioni di euro per il solo Pian Cavallo, anche in vista di continui ampliamenti. La non rielezione di Illy  alla guida del Friuli ha permesso di salvare il  Col Cornier, la Montagna Internazionale dei Ragazzi, ma ormai i  danni sul versante friulano sono in gran parte già fatti e  completati, come la “ristrutturazione” del vecchio impianto Tremol  2 trasformato in seggiovia quadriposto veloce, ristrutturazione fatta in quel modo nell’evidente prospettiva del collegamento con l’Alpago.
Ora tocca al Veneto, che non ha mai smesso di  sostenere la  necessità del collegamento e  l’ultimo inverno di forti nevicate ha ridato fiato a chi ha sempre  continuato a lavorare, giunta regionale dopo giunta, per arrivare al  “colpo finale”. Cos’ì l’attuale assessore veneto agli impianti a fune, in occasione dei  campionati europei di sci alpinismo ha ribadito l’intenzione della   regione di arrivare a realizzare un grande, costoso  e “moderno”  impianto tra Tambre-Colindes e Forcella Palantina.  Dovesse passare il progetto, in Cansiglio non si parlerà più di  Area Protetta, ma solo di “demanio sciabile” e a chi sostiene,   ingenuamente o disonestamente, che quell’impianto servirà soltanto   a portare in inverno gli sciatori sulle piste friulane ed in estate   i turisti del Pian Cavallo in Alpago ed in Cansiglio, rispondiamo:  è pensabile progettare un opera così costosa anche nella gestione,   sicuramente l’ennesimo investimento pubblico che produrrà solo  deficit e conti in rosso, senza avere la certezza  che in qualche  anno si riuscirà ad ottenere anche le piste dentro la Foresta del  Cansiglio, cioè dentro l’area, SIC e ZPS, tutelata dall’Europa come  punto della Rete Ecologica?
QUELL’IMPIANTO VA FERMATO!
Lanciamo la proposta di una sottoscrizione per raccogliere fondi   per azioni legali, pubblicazioni, diffusione di informazioni.
Per poter difendere il Cansiglio servono ora migliaia di euro, che   le Associazioni, in questo periodo di crisi, possono dare solo in   parte. Non diamogliela vinta e dimostriamo che l’Antica Foresta  è   un luogo importante per il Veneto e per il Friuli, da non lasciare   nelle mani a chi propone un’idea di sviluppo ormai superata sia dalla crisi economica mondiale che dai cambiamenti climatici. Si ricorda che il Club Alpino del Veneto ha aiutato economicamente
Un aiuto anche piccolo di tanti che servirà per fermare un grande spreco.
La sottoscrizione va inviata utilizzando il conto corrente postale 61289203 oppure con bonifico bancario( IBAN IT39H0760111200000061289203 ) intestati a Mountain Wilderness Italia, specificando   nella causale del versamento
” per il Cansiglio” . Attenzione!  La causale va   assolutamente indicata affinchè il contributo inviato sia destinato esclusivamente alle azioni in difesa del Cansiglio.
Tutta la cifra raccolta verrà destinata, in accordo con le altre  Associazioni ambientaliste, agli interventi per evitare questo   inaccettabile progetto e per sostenere la necessità di creare in   Cansiglio un’Area Protetta.
Mountain Wilderness Italia ha già messo a disposizione per questa campagna di sostegno al Cansiglio 3000 euro, ora si tartta di raggiungere una  cifra adeguata, ma con un aiuto anche piccolo, ma da parte di molti, riusciremo a  ottenere un  grande risultato. Chi verserà il proprio contributo, verrà tenuto informato   sull’andamento della sottoscrizione e sulle azioni intraprese.
Oltre al sempre incombente pericolo degli impianti da sci, non vanno dimenticati altri due problemi.
Siamo più volte intervenuti negli anni scorsi per denunciare i tentativi, sopratutto della provincia di Belluno, di portare i cacciatori ad abbattere i cervi  dentro l’area regionale. Sicuramente la popolazione di cervi è in sovrannumero, ma questo è anche il frutto della politica di non intervento per anni e anni, forse proprio con lo scopo di arrivare all’emergenza. Recentemente la regione Veneto ha stanziato 130.000 euro per rifondere gli allevatori del Cansiglio per la perdita di foraggio, destinato alle mucche,  causata dal pascolamento dei cervi  e per arrivare alle prime azioni di contenimento che ci si augura, così come chiediamo da anni, siano basate soprattutto sulle catture e gli spostamenti, almeno come tentativo iniziale. La caccia, anche se mascherata, deve rimanere fuori dalla foresta; il Cansiglio è tutto circondato da aree in cui la caccia è normalmente praticata: il problema del contenimento dei cervi  va affrontato e risolto là.
L’altro problema è che è tornata ancora alla ribalta la proposta di una cabinovia tra  Vittorio Veneto e il Monte Pizzoch, per portare in vetta decine di migliaia di turisti all’anno, sull’esempio di quanto già fatto sul Monte Baldo con il grande impianto di Marcesine, con la scusa, qui nell’area del Cansiglio, di levare le auto dalle strade di accesso.
La proposta è bizzarra e sicuramente fallimentare anche dal punto di vista economico, ma non va sottovalutata.  Per quale motivo portare tante persone su una cima dalla quale si gode un eccezionale panorama ma, per fortuna, non ci sono altri servizi che un vecchio rifugio senza posti letto che può ospitare solo qualche decina di persone? E se quell’impianto dovesse essere approvato con la scusa di  fermare le macchine, dalla cima del Pizzoch si farebbe un altro impianto per portare i turisti in Pian Cansiglio? La proposta è impraticabile, oppure nasconde altri progetti di cui ancora non si parla ed è anche  indicativo che si continuino a proporre sempre di impianti a fune e nessuna amministratore o politico parla più di Riserva Naturale Regionale, anche se era stata più volte promessa.
Oltre  agli sforzi e all’impegno da sempre impiegati da parte delle  Associazioni ambientalistiche ed alpinistiche, ancora una volta  serve l’aiuto di tutti, per poter consegnare alle generazioni   future un patrimonio naturalistico, ma anche storico, non devastato dagli ultimi colpi di coda di un modo di concepire lo sviluppo che ormai appartiene già al passato.
Mountain Wilderness Veneto, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, WWF Veneto, CAI Venento, Legambiente Friuli, CIPRA Italia
LAC Veneto,  Amica Terra, Amici Bicicletta Padova, LIPU Pedemontana Treviso, Paeseambiente, Ecohimal Italia, Trekking Italia
Circolo Legambiente Maserada Piavenire, AIAB Friuli, Club Alpino Italiano sezione di Pordenone.

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