
“La scelta del Comune di Cortina di distinguere le esigenze dei propri cittadini da quelle dei proprietari delle seconde case ci pare intelligente e oculata. Questo però non deve tradursi nella bocciatura complessiva del cd. Piano casa, perché dentro quel provvedimento ci sono anche cose buone, come la riqualificazione e l’incremento delle volumetrie con obiettivi di risparmio energetico.”Commenta così il Direttore dell’UAPI, Walter Capraro la notizia della “bocciatura” del piano casa da parte della commissione consiliare di Cortina e propone una riflessione. “Il patrimonio edilizio della nostra provincia – fa rilevare Capraro – è il più vetusto del Veneto: oltre il 37% delle edifici è stata edificato prima del 1945, contro una percentuale regionale che si ferma al 20%. Le costruzioni più recenti, vale a dire quelle realizzate negli ultimi venti anni, rappresentano solo il 7,4%, mentre nel Veneto sono quasi il 12%. Ciò significa che in provincia c’è un notevole patrimonio da “rottamare” o, meglio, da recuperare e valorizzare anche attraverso incrementi volumetrici con tecniche costruttive legate alle nuove tecnologie della certificazione energetica.”Insomma, l’invito che l’UAPI rivolge ai Comuni è chiaro: attenti a non fare scelte preconcette, basate solo su un giudizio sommario e superficiale. Se, per esempio, si guarda ai soli aspetti ambientali, è bene ricordare che quello delle costruzioni è il settore industriale a più alto impatto: consuma il 45% dell’energia complessiva, produce il 50% dell’inquinamento ed è responsabile del 50% dei rifiuti. E il Piano casa, secondo l’UAPI, potrebbe diventare utile per rimediare a questa situazione. “Il Piano casa – conclude il Direttore dell’UAPI – va visto come un’opportunità, un’occasione da cogliere soprattutto con riferimento ad alcune tipologie di intervento. Il fatto che il Piano casa consenta di costruire solo dove si è già costruito, deve portare i Comuni a utilizzarlo in tutte le sue potenzialità e farlo diventare uno strumento utile per una nuova politica residenziale che punta a migliorare le condizioni abitative e di lavoro. L’invito che rivolgiamo ai Sindaci è dunque quello di non approcciare il Piano casa come se si trattasse di un piano regolatore: dentro quel provvedimento ci sono molte opportunità che sarebbe un peccato negare alle famiglie e alle imprese.”