Rafforzamento demografico delle aree periferiche favorendo l’afflusso di popolazione dall’esterno, mantenimento diffuso dei servizi di base alla popolazione e alle imprese, interdipendenza di tutti gli interventi realizzati sul territorio e centralità dell’imprenditore, valorizzazione di tutte le risorse locali e campo libero alle forme di auto aiuto e auto organizzazione. Per garantire un futuro ai territori montani, è questa la “ricetta” di Bruno Tellia, docente di Sociologia industriale e di Sistemi organizzativi aziendali alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine, chiamato ieri (domenica) da Ascom Belluno a Longarone a relazionare su “Vivere, lavorare, fare impresa in montagna” all’interno del convegno “Montagna: una risorsa da governare”, secondo appuntamento del road show della Confcommercio regionale “Il Veneto che vogliamo”. «Occorre spezzare i circoli viziosi in cui è calata la montagna – ha affermato Bruno Tellia – La situazione è particolarmente grave nelle zone alte, dove la struttura demografica è ormai compromessa e solo l’immigrazione di nuove famiglie potrebbe invertire un trend negativo altrimenti non modificabile. Per invertire il fenomeno dell’abbandono delle aree più marginali occorre innanzitutto pensare a quei territori in modo diverso, lasciando da parte le categorie, viziate da un’ottica urbano centrica, che guidano pianificatori e decisori pubblici. Occorrono interventi di sistema che prevedano l’effettivo coinvolgimento delle realtà locali e la centralità dell’imprenditore. Le politiche palliative non servono. E’ necessario rompere le regole e farlo non significa anarchia, vuol solo dire uscire dalla cultura stupidamente burocratica che guida molti soggetti pubblici». Il presidente di Ascom Belluno, Franco Debortoli, ha proposto «la creazione, per la montagna, di una zona sperimentale a normativa semplificata, realmente semplificata, che possa divenire in futuro modello anche per gli altri contesti territoriali». Debortoli ha affrontato pure il tema turismo. «Il turismo può essere la carta vincente – ha affermato il presidente di Ascom Belluno – solo se questa è la convinzione di tutto il territorio: ne deve essere convinta la politica, ne devono essere convinte le amministrazioni, le categorie produttive ma anche, paradossalmente ma non troppo, ne devono essere convinti la casalinga, l’operaio, l’impiegato».
Preservare, valorizzare e governare il territorio sono le parole d’ordine per il futuro di Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, il quale ha invitato a guardare gli esempi forniti da Alto Adige e Austria e sollecitato ad abbandonare la politica delle seconde case, vero e proprio «tumore per il turismo». Fernando Morando, presidente di Confcommercio Veneto, ha ribadito la necessità di fermare la grande distribuzione e rivitalizzare i centri storici, mentre Sergio Rebecca, vicepresidente nazionale di Confcommercio, sollecitando l’urgenza della diminuzione della pressione fiscale per far ripartire l’economia, ha sottolineato come la programmazione urbanistico-commerciale del futuro non potrà non tener conto dei servizi di prossimità.
Il mondo amministrativo ha posto l’accento sulla necessità di fare sistema. «Occorre spogliarsi dell’individualismo che, peraltro, in passato è stata la forza della nostra terra – ha affermato Vendemiano Sartor, assessore alle attività produttive della Regione Veneto – Bisogna che il mondo politico-amministrativo sappia interagire con le associazioni di categoria, ma anche che queste sappiano interagire tra di loro». «Per il futuro la programmazione è importante – così Matteo Toscani, assessore alle attività produttive e al turismo della Provincia di Belluno – ma ancora più importate è dare vita a un patto tra amministrazioni, portatori di interesse, associazioni di categoria e cittadini. Gli atti del convegno di oggi potrebbero essere la trama di base proprio di questo patto».