A poche ore dal via del I° TORNEO DI PINDOL CITTA’ DI FELTRE la febbre cresce. Chi tra le 4 squadre riuscirà ad aggiudicarsi il torneo? Oltre al prestigio della vittoria, diventa ambizione di tutti aggiudicarsi lo straordinario trofeo realizzato da Silvia Decet. L’artista della ceramica feltrina ha infatti voluto interpretare a suo modo lo strumento principe del gioco, realizzando dei pindol in Raku poggiati su una base in legno.
Le squadre sono attese a Feltre venerdì 31 luglio. Saranno ospiti presso l’Hotel Doriguzzi a 50 metri da PIAZZA ISOLA in cui si giocherà nella giornata di sabato. Il torneo è a 4 squadre. Ogni squadra giocherà contro le altre. La vincitrice del torneo sarà la squadra che avrà totalizzato il maggior numero di punti misurati in bòt (mazze). Al punteggio in bòt totalizzato verrà aggiunto per la squadra vincente un bonus di 100 punti. La somma di bòt e bonus darà il punteggio totale ottenuto.
Ogni squadra è stata associata ad uno dei 4 quartieri della città. L’estrazione avvenuta il 29 luglio ha portato alle seguenti associazioni:
Quartiere Castello Mede
Quartiere Duomo Feltre
Quartiere Port’Oria Pirano
Quartiere Santo Stefano Verona
Il programma
Venerdì 31/07
dopo l’accoglienza le squadre sono invitate a partecipare alle cene di Quartiere. Le squadre saranno ospiti in Largo Castaldi presso i tavoli del Quartiere Castello.
Sabato 01/08
ritrovo in Piazza Isola alle ore 9.30. Prima partita alle 10,00. Sarà attivo un chiosco presso il campo da gioco.
alle 13.00 pausa e si riprende alle 15.00 fino alle 18.00.
Alle squadre verranno dati dei biglietti per accedere alle competizioni ed agli spettacoli previsti all’interno della Cittadella.
Domenica 02/08
Alle 13,00 per chi volesse partecipare si sale in montagna per mangiare “Polenta e Skiz”. In Prà del Moro attorno alle 18.30 è prevista la corsa dei cavalli che decreta il Quartiere vincitore del Palio di Feltre.
Per informazioni contattare Giovanni al 335.438319
UN GIOCO ANTICO
Si chiama Lippa in Lombardia, oppure S’ciancol tra Verona e Mantova, Pìndul Pàndol o Pàndolo tra Friuli Venezia Giulia e le terre d’Istria, Chinè in Toscana, Mazza e Pivèzo nel sud Italia. Da noi si chiama Pìndol o Mago o Girèl Mandèl o chissà in quanti altri modi. Ma il gioco è lo stesso, è diffusissimo e presente un po’ in tutta Europa e anche oltre. Il gruppo Magozerobòt di Feltre dal 2007 ha ricominciato a praticare il pìndol scoprendo ben presto di non essere solo. Esistono infatti comunità ludiche che organizzano tornei, campionati e sfide, occupando le piazze e le strade delle città e dei paesi, riappropriandosi di spazi urbani invasi dalle auto e facendo rimbombare le mura con le voci ritualizzate del gioco. Un gioco antico. Grazie all’amichevole interesse e alla competenza di Donatella Bartolini, recentemente è stato possibile rintracciare nell’Archivio della Curia di Feltre un documento straordinario: nel marzo e nell’ottobre 1542 Ottaviano Ricca, figlio diciottenne del trombetta salariato dalla Comunità di Feltre, e il notaio Marcantonio da Monte testimoniarono nella causa matrimoniale tra la figlia del campanaro pubblico e il figlio di un notaio della città. Per stabilire se il matrimonio tra i due giovani fosse avvenuto o meno, il vicario vescovile ascoltò molte persone, che riportarono fatti, circostanze e abitudini relative ai due protagonisti e al loro vicinato, per lo più abitanti del Castello di Feltre. Le testimonianze ci restituiscono dettagli di vita del passato, ivi compresi i nomi dei divertimenti e dei giochi praticati, rispettando persino le varietà linguistiche regionali: il gioco si chiama “lippa” per Ottaviano, di origini cremonesi, “pandol” per Marcantonio, feltrino.
Anche in forza di questa scoperta, il gioco quest’anno è stato inserito, per il momento solo a titolo dimostrativo, all’interno del programma del Palio di Feltre. Sabato 1 agosto in Piazza Isola a Feltre, a partire dalle ore 10,00 si contenderanno il premio realizzato dall’artista della ceramica Silvia De Cet, quattro squadre: oltre alla locale squadra di Feltre, sono state invitate le squadre di Verona, Mede (PV) e Pirano (Slo) ognuna delle quali è stata associata ai quartieri della città. Così la Magozerobòt sarà il Duomo, Verona sarà Santo Stefano, Mede Castello e infine Pirano vestirà i colori di Port’Oria.
IL “PANDOL”, TROVATE TESTIMONIANZE DOCUMENTATE RISALENTI AL 1542
Dall’Archivio della Curia di Feltre
Ottaviano Ricca: “Et li treppi che ho fatto cum ella sono sta’ honesti, come zugar a dadi de sere de noselle in presentia delli soi de casa et de quelli de messer Marcantonio de Monte, et zogar alla lippa publicamente.”
Marcantonio da Monte: “Et questi termini ho visto usar cum Ottavian fiol del Trombetta et Hieronymo servitor del magnifico Castellan da Molin, cum li quali l’ho vista usar grande domestichezza et secretteza et anche poi usar atti inhonesti, alla sbardellata, senza alcuna vergogna in rider, parlar, smatar, zugar alla balla, al pandol et ad altri giochi. Et maxime cum Octaviano […]”.
Nel marzo e nell’ottobre 1542 Ottaviano Ricca, figlio diciottenne del trombetta salariato dalla Comunità di Feltre, e il notaio Marcantonio da Monte testimoniarono nella causa matrimoniale tra la figlia del campanaro pubblico e il figlio di un notaio della città. Per stabilire se il matrimonio tra i due giovani fosse avvenuto o meno, il vicario vescovile ascoltò molte persone, che riportarono fatti, circostanze e abitudini relative ai due protagonisti e al loro vicinato, per lo più abitanti del Castello di Feltre. Le testimonianze ci restituiscono dettagli di vita del passato, rispettando persino le varietà linguistiche regionali: il gioco si chiama “lippa” per Ottaviano, di origini cremonesi, “pandol” per Marcantonio, feltrino. Il documento è conservato nell’Archivio della Curia di Feltre.
Ringraziamo Donatella Bartolini autrice della scoperta.