La Giunta regionale, nella seduta di ieri (martedì 28), ha deliberato la costituzione della Regione Veneto nel contenzioso che pende da anni avanti il Tar del Veneto per l’apertura della miniera di sali magnesiaci “Val Fassoia” in comune di Alano di Piave. Il ricorso era stato presentato dalla ditta Enrico Tormena contro il provvedimento con il quale la stessa Regione il 3 ottobre 2003 aveva negato l’autorizzazione all’apertura della miniera a conclusione di un lungo iter burocratico iniziato nel 1992. «La Regione – ha commentato l’assessore agli Affari legali e al Contenzioso, Oscar De Bona, relatore del provvedimento – ha confermato ancora una volta la difesa di un suo provvedimento e ha ribadito la sua volontà di condurre una comune difesa degli interessi del territorio; linea d’azione già sostenuta dal collega assessore Renato Chisso e dai consiglieri regionali bellunesi, allineandosi inoltre agli atri enti locali. Ricordo che l’area è di particolare delicatezza ambientale. E’ infatti situata nel Piano di area del massiccio del Grappa, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico. Ed, inoltre, è stata inserita nel 2000 nell’elenco dei siti di importanza comunitaria. Per cui mi è sembrato corretto e opportuno fare in modo che queste ragioni possano comunque prevalere, sopratutto a fronte del fatto che nell’area dolomitica esistono delle attività estrattive dello stesso tipo che non giustificano certo il sacrificio ambientale che potrebbe derivare dalla apertura di questa ulteriore attività». La lunga trafila burocratica legata alla miniera “Val Fassoia” era iniziata, come detto, nel lontano 1992. In quell’anno il Corpo delle miniere – Distretto minerario di Padova aveva accordato alla ditta un permesso per la ricerca di sali alcalini e magnesiaci più volte rinnovato e oggetto di contestazioni da parte delle popolazioni locali. Nel 1995 la ditta aveva presentato domanda per la trasformazione del permesso di ricerca in concessione mineraria, la quale fu inizialmente paralizzata proprio dalla Regione per il diniego al rilascio della autorizzazione idrogeologica. Ad essa fece seguito il parere contrario del ministero dei Beni culturali e ambientali. Con il passaggio delle competenze alle Regioni in materia mineraria, avvenuto a seguito del Dlgs.112/1998, la ditta Tormena ripresentò il progetto di concessione al quale la Regione rispose con una delibera di diniego che è oggetto del contenzioso che ancora pende avanti il Tar Veneto. La Regione aveva motivato il suo diniego, tra l’altro, in considerazione della contrarietà delle comunità locali, in testa la provincia di Belluno e il Comune di Alano, e per la volontà di garantire gli interessi alla tutela paesaggistica ed idrogeologica dell’area interessata dalla miniera. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Comitato Col del Roro Paolo Di Natale “la delibera della giunta – ha detto – rappresenta un precedente fondamentale. Una decisione che è stata sicuramente influenzata dal lavoro e dai successi del nostro comitato e di tutte quelle associazioni che ci hanno affiancato, in primis il Cai Veneto”. Il Comitato Col del Roro, infatti, si era battuto contro i progetti di coltivazione mineraria che interessano i Comuni di Alano di Piave e Quero (Col del Roro e Valle di Schievenin) con manifestazioni di protesta e cortei arrivati fino a Venezia.